Sul reddito di cittadinanza sono stati scritti finora fiumi di inchiostro.
La misura, introdotta dal decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 (recante “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”) convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, non gode di generale apprezzamento, specie da parte di chi ritiene che, di fatto, rappresenti un incentivo alla pigrizia ed alla scarsa voglia di impegno da parte dei beneficiari.
Una interrogazione a risposta orale al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, annunciata a fine gennaio e tuttora inevasa, dovrebbe chiarirci un po’ di dubbi sulla questione.
Il senatore Giorgio Maria Bergesio (Lega Salvini Premier – Partito Sardo d’azione) ha chiesto di sapere al successore di Luigi Di Maio quale sia lo stato di attuazione delle disposizioni che prevedono la partecipazione dei percettori ai progetti organizzati presso i Comuni di residenza e, soprattutto, quali iniziative, di sua propria competenza il Ministro, vorrà assumere “affinché l’erogazione del reddito di cittadinanza non si traduca in una mera attività di assistenzialismo, ma sia funzionale a consentire la partecipazione dei cittadini alla realizzazione di progetti utili alla collettività”.
Come è a tutti noto la erogazione del beneficio è condizionata alla dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, nonché all’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che prevede attività al servizio della comunità.
I percettori del reddito sono, infatti, tenuti a sottoscrivere presso i centri per l’impiego un patto per il lavoro o, qualora ricorrano i presupposti, un patto per l’inclusione sociale, in ragione dei quali devono assicurare la propria disponibilità alla partecipazione a progetti in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, da svolgere presso il medesimo Comune di residenza, mettendo a disposizione non meno di 8 ore settimanali, aumentabili fino ad un massimo di 16.
Secondo i dati ufficiali alla data del 7 gennaio 2020, le domande accolte dall’Inps sono pari a 1,1 milione, di cui 916.000 per il reddito di cittadinanza, con 2,4 milioni di persone coinvolte, e 126.000 per la pensione di cittadinanza con 143.000 persone coinvolte; complessivamente, da aprile a dicembre 2019 sono stati erogati benefici per quasi 4 miliardi di euro.
Il senatore Giorgio Maria Bergesio e gli altri firmatari dell’atto di sindacato ispettivo sostengono, a ragione, che “in un Paese fortemente indebitato, è opportuno che la concessione di benefici economici di così grande impatto per il bilancio dello Stato sia bilanciata da un impegno attivo da parte dei cittadini percettori, come espressamente previsto dalle norme richiamate” e citano la carenza di personale presso gli enti locali e l’esigenza di migliorare la erogazione di servizi ai cittadini come valide ragioni per incentivare “il coinvolgimento di coloro i quali percepiscono un reddito mensile erogato a carico della collettività, già gravata da un elevato livello di pressione fiscale”.
D qui l’interrogazione al titolare della delega al Lavoro ed alle politiche sociali non ancora evasa. Non ci resta che attendere…