sabato, 22 Febbraio, 2025
Attualità

Smart Working nel tempo del coronavirus

Tra le grandi possibilità che l’era digitale offre, c’è anche la occasione di lavorare da casa o da qualsiasi altro luogo si ritenga idoneo per svolgere le propri mansioni e mettere a disposizione la professionalità propria a favore delle proprie aziende. Insomma, basta possedere un computer fisso o portatile, capace di collegarsi on line con piattaforme semplici e complesse o programmi  per lo svolgimento delle attività lavorative informatiche.

In effetti, nelle aziende private, come negli uffici pubblici, tantissime lavorazioni potenzialmente potrebbero essere svolte a casa: ci guadagnerebbe il traffico, il dispendio di carburante, l’ambiente, la salute del lavoratore, il migliore rapporto con le esigenze familiari; ci guadagnerebbe anche la qualità e quantità del prodotto e la più efficace verificabilità della produzione individuale.

Qualche sperimentazione già da diversi anni si è realizzata nelle Poste Italiane, presso l’Enel e in qualche altra azienda grande; ma anche in questi luoghi di lavoro il ‘telelavoro’ (così è stato chiamato prima della rivoluzione digitale) ha riguardato uno sparutissimo numero di lavoratori.

Se ne parla da più tempo di ‘passare il Rubicone che separa il vecchio lavoro dal nuovo, ma lo ‘Smart working’ al massimo coinvolge dirigenti di azienda che possono loro stessi decidere come, dove, quando è quanto lavorare.

Ma in questi giorni, complice il corona virus che consiglia il minore incontro possibile di persone durante la giornata, ha spinto il Ministero del Lavoro, a chiedere alle aziende attraverso un decreto di lavorare in Smart worcking, almeno fino al 15 marzo, nelle realtà territoriali dove il fenomeno del contagio è più rilevante. Cosicché in Lombarda, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, dovranno organizzarsi nel modo che le attuali tecnologie digitali permettono, per salvaguardarsi la salute e nel contempo non perdere le possibilità di produzione, per non aggravare i bilanci familiari, come la stabilità delle imprese nel mercato internazionale, ed il prodotto interno lordo. A fronte di queste decisioni positive, mi viene da dire che siamo proprio strani. Abbiamo sempre bisogno di avere intorno a noi circostanze eccezionali per decidere cose di buon senso ed opportune per il benessere delle persone e della Comunità.

Speriamo che l’esperienza dello Smart Working continui anche dopo il 15 marzo, naturalmente dopo aver debellato il corona virus.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Il Papa non è fuori pericolo, ma resta sereno: “Dite sempre la verità”

Stefano Ghionni

Convegno a Grottaglie: la Polizia di Stato in prima linea contro il bullismo e il cyberbullismo

Redazione

Caso Delmastro, scontro sulla giustizia: Anm contro il governo, Tajani difende il Sottosegretario

Stefano Ghionni

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.