Tra le norme contenute nel Decreto Asset due lasciano sperare che questo Governo voglia cominciare a smantellare privilegi di corporazioni e potentati e mettersi dalla parte del cittadino-consumatore.
La prima. L’aumento delle licenze dei taxi. Non è una rivoluzione ma è sicuramente l’avvio di un ripensamento rispetto alla soggezione ad una categoria che per decenni si è sentita intoccabile e che ha sbagliato a tutelare i propri interessi arroccandosi nella difesa della rendita di posizione senza modernizzarsi, investire su nuove tecnologie e guardare alle esigenze dei cittadini e non solo al proprio tornaconto.
Lo sciopero proclamato da alcune sigle di taxi è il segnale che la categoria non ha ancora capito che deve cambiare la visione di questa attività: si tratta di un servizio pubblico non di un privilegio privato .I taxi devono contribuire a rendere più fluida la mobilità non trasformare lo spostamento in città in una scommessa onerosa o addirittura in un inferno.
L’altra norma significativa del Decreto Asset riguarda lo sproporzionato aumento dei biglietti aerei, tramite l’uso improprio e distorto degli algoritmi che gonfiano i prezzi senza alcuna giustificazione. Il Governo ha rafforzato notevolmente i poteri sanzionatori dell’Antitrust in questo settore.
Anche questo è un buon segnale che si spera abbia un seguito nella prossima legge sulla concorrenza.
Occorre aumentare i poteri dell’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato, potenziare la sua dotazione di personale e mezzi, rivedere il livello delle sanzioni spesso ridicole se comparate ai guadagni illegittimi ottenuti da chi viola le regole antitrust e, infin, rimodulare il procedimento sanzionatorio che troppo spesso si arena nei Tar o nel Consiglio di Stato.
Il Governo ha davanti una sfida storica: rimuovere gli ostacoli che rendono asfittica la crescita del Paese e che dipendono in gran parte dalla scarsa concorrenza e dai comportamenti scorretti perpetrati a danno dei cittadini-consumatori. Si tratta di danni che vengono arrecati al sistema Italia ,che provocano inefficienze e una serie di cisti impropri che gravano sulle famiglie e sulle imprese.
Sarebbe un bel gesto se ,in vista della prossima legge sulla concorrenza il Governo utilizzasse meglio l’Antitrust come suo consulente e aprisse un tavolo con le associazioni dei consumatori per capire meglio dove si annidano trucchi e trappole che pesano come piombo sulle ali della crescita.