mercoledì, 30 Ottobre, 2024
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Le celebrazioni di S. Francesco

Il 4 ottobre, solennità civile, nonché giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore dei Santi Patroni speciali d’Italia San Francesco d’Assisi e Santi Caterina da Siena.
Sono numerose le tradizioni, le iniziative, gli incontri, anche nelle scuole dedicati ai valori universali dei quali i due Santi sono espressione.

Tra le cerimonie religiose vi è l’accensione della lampada che arde sulla tomba di San Francesco d’Assisi il cui olio – per quest’anno 2023 – viene offerto dalla Valle D’Aosta.

A Roma vi è la Parrocchia dei Santi Francesco e Caterina Patroni d’Italia, ubicata nella Circonvallazione Gianicolense, n. 12

Francesco d’Assisi, nato Giovanni di Pietro di Bernardone, non solo religioso, ma anche poeta, diacono e fondatore dell’ordine dal quale prende  il nome.
Nato ad Assisi nel 1181/1182, mentre la data della sua morte risale al 3 ottobre 1226 ad Assisi e il 25 maggio del 1230, viene sepolto nella Basilica di San Francesco d’Assisi.

I genitori sono Pica de Bourlemont e il papà Pietro di Bernardone; una famiglia della borghesia emergente della città di Assisi, dedita al commercio di stoffe tra la Provenza e tutto il Ducato di Assisi.
La madre gli impone il nome Giovanni ma il padre decide di cambiarglielo in Francesco, per una probabile vicinanza alla Francia alla quale lo legava la sua fortuna e confidava proprio in Francesco nel prosieguo della sua attività. Varie vicende, tra cui una guerra nel 1202 tra Assisi e Perugia (Guelfi e Ghibellini) e contestuali problemi di salute e anche un anno di  detenzione a seguito di un conflitto insieme ad altri giovani, Francesco si lascia dominare da un crescente senso di compassione per i deboli, gli ammalati e gli emarginati, trasformandosi, nel tempo, in una vera e propria “febbre d’amore” verso il prossimo.
Era combattuto tra il partecipare alle crociate – la sua quarta crociata erano attorno al  1203-1204, ma le sue condizioni di salute lo costringono a ravvedersi, rinunciando al proprio progetto in armi.  Due rivelazioni notturne  sono determinanti sulla sua scelta di vita se  seguire il “padrone” o il “servo”.

Francesco rinuncia al proprio progetto e torna ad Assisi, ritirandosi sempre più in luoghi solitari a pregare.
Si legge che: “Un giorno a Roma, dove venne mandato dal padre a vendere una partita di merce, non solo distribuì il denaro ricavato ai poveri, ma scambiò le sue vesti con un mendicante e si sedette a chiedere l’elemosina davanti alla porta di San Pietro”.
Altro episodio da far riflettere è quello dell’incontro con un lebbroso al quale oltre a dargli l’elemosina, lo abbraccia e lo bacia.

ll padre Pietro di Bernardone tenta in tutti i modi di allontanare il figlio da altri numerosi atti di generosità e di prodigalita’ tanto da denunciarlo ai consoli per farlo arrestare, ma lui  ricorre al vescovo di Assise, il cui processo si celebra nel febbraio del 1206 proprio nel Palazzo Vescovile, con “tutta Assisi” presente. In quella circostanza, dopo le parole del padre, Francesco depone tutti i suoi vestiti e li restituisce al padre, denudandosi totalmente davanti a tutti, col quale gesto Francesco inizia a un nuovo percorso di vita, mentre il vescovo lo copre pudicamente agli sguardi della folla.

Preghiera, servizio ai lebbrosi, lavoro manuale e elemosina sono i primi anni della conversione.
La sua canonizzazione avviene il 16 luglio 1228 da papa Gregorio IX, venerato come Santo della Chiesa Cattolica e dalla Comunione anglicana.

Il 18 giugno del 1939 Papa Pio XII lo proclama, assieme  a Santa Caterina da Siena, patrono principale d’Italia, mentre il 4 di ottobre ne viene celebrata la memoria liturgica  in tutta la Chiesa cattolica.

È  conosciuto  come “il poverello d’Assisi”, perché  spogliatosi di tutti i suoi beni materiali, vivendo una vita minimale. Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, nella sua elezione a Papa, nel conclave del 2013, ne sceglie il nome pontificale Francesco, un esempio nel quale persegue la sua missione di Sommo Pontefice.

Caterina da Siena, nata il 25 marzo 1347, muore a Roma il 29 aprile del 1380, ad appena 33 anni. Attualmente è sepolta nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva in Roma. Non solo religiosa, ma teologa, filosofa e mistica. Venerata come Santa, viene canonizzata da Papa Pio II nel 1461.
Viene dichiarata patrona di Roma nel 1866 da Papa Pio IX, patrona d’Italia insieme a San Francesco d’Assisi da Papa Pio XII nel 1939, nonché  compatrona d’Europa da Papa Giovanni Paolo II nel 1999.
La sua vita è  stata piena di numerosi ostacoli familiari e dalle organizzazioni ecclesiastiche per la sua giovane età nella perseveranza alla sua volontà di consacrarsi a Dio e solamente a 16 anni, nel 1363, riesce a conquistare l’abito dell’Ordine nella Basilica di San Domenico.

Di Caterina da Siena tra il 1370 e il 1380, negli ultimi dieci anni della sua vita, vi è  traccia di circa 300 lettere, scritte sotto sua dettatura dai membri della “Bella Brigata” un gruppo di uomini e donne che la seguivano e la sorvegliavano nelle sue lunghe estasi. In questo ricco epistolario sono affrontati  problemi e temi di vita religiosa, ma anche di vita sociale di ogni classe, nonché problemi morali e politici che interessavano tutta la Chiesa, l’Impero, i Regni e gli Stati dell’Europa trecentesca. E non mancarono le critiche, anche aspre per i suoi agevolanti e il suo linguaggio schietto e autoritario per cui deve presentarsi al Capitolo dell’Ordine Domenicano che non ravvisa alcuna colpa, ma si prende una decisione eccezionale e cioè le viene assegnato un confessore personale, come guida e garante del suo spirito domenicano.

Siamo nel 1376 e si adopera con tutte le sue qualità per far tornare  da Avignone (Francia) a Roma  la sede papale e avvia col Papa Gregorio XI una intensa corrispondenza epistolare e questi affrontando un viaggio  travagliato  e tortuoso attraverso Marsiglia e  con  nave approdando a Genova nel 1378.

Santa Caterina da Siena, nel 1970, è proclamata dottore della Chiesa da Papa Polo VI.

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