L’Ocse nel suo rapporto ‘Economic Policy Reforms 2023 – Going for Growth‘ spiega quali sono le riforme principali sulle quali l’Italia deve lavorare per far sì di aumentare la crescita e nello stesso tempo aumentare l’occupazione. Nello specifico, bisogna spingere su quattro fattori: promuovere la concorrenza specialmente nei servizi, ridurre il cuneo fiscale, differenziare i salari su base regionale per aumentare l’occupazione nelle aree del paese più arretrate e non toccare le pensioni. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico in pratica fa le pulci al BelPaese, parlando di leggi obsolete che in pratica ostacolano la concorrenza in alcuni settori: ci sono disincentivi alla crescita delle microimprese che ostacolano l’aumento della produttività”, si legge nella nota. Da qui la necessità di ragionare su riforme che possano sbloccare il potenziale economico di un Paese, l’Italia, che fa registrare tassi di partecipazione e occupazione bassi rispetto agli altri Paesi Ocse, soprattutto nel Sud e tra le donne. L’Ocse inoltre raccomanda all’Italia di inasprire i requisiti per il prepensionamento, in modo da rafforzare la partecipazione al mercato del lavoro, “e migliorare la sostenibilità del sistema pensionistico”. Ci sarebbe poi la necessità di ridurre le tasse per il secondo percettore di reddito e potenziare l’offerta pubblica di assistenza all’infanzia per favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Inflazione in salita
L’inflazione nell’Ocse, misurata dall’indice dei prezzi al consumo, è salita al 6,4% annuo ad agosto dal 5,9% di luglio, registrando un aumento in 14 Paesi dell’area. Il calo dei prezzi dell’energia su base annua osservato negli ultimi mesi nei Paesi Ocse è rallentato ad agosto. In Italia, l’inflazione è scesa dal 5,9% di luglio al 5,4% di agosto.