Conviene litigare con la Germania? In realtà non converrebbe litigare con nessuno a un Paese come il nostro che è il più esposto in Europa sia sul tema dei migranti che su quello dell’eccessivo debito pubblico. Finora il Governo era riuscito nel duplice sforzo: convincere l’Europa che il problema migranti è europeo e non italiano e rassicurare i Paesi rigoristi che Roma tiene i conti in ordine, nonostante tutto.
Entrambi i fronti sembrano adesso complicarsi. Quello dei migranti ha avuto un’accelerazione negativa con l’eccessiva enfasi posta sui finanziamenti tedeschi alle Ong. Non è una novità che Berlino dia soldi a queste organizzazioni. Ma la questione andava trattata con maggiore diplomazia. La Germania non farà certo marcia indietro solo perchè Roma alza la voce. Meglio sarebbe stato negoziare sotto traccia facendo capire a Scholz che l’opera meritoria di salvare persone in mare è solo una parte del problema e che è ingiusto far gravare solo sull’Italia l’onere di occuparsi di quei migranti sottratti alla morte. Si poteva trattare per dividere a metà il numero delle persone da assistere e ricollocare. Ma questi accordi richiedono discrezione, pazienza, duttilità e non squilli di tromba. Ora la frittata è fatta. E gli irrigidimenti reciproci non lasciano presagire nulla di buono. Il rischio è che ne traggano beneficio, in termini di consensi, le componenti più estremiste da una parte e dall’altra, lasciando chi governa con mille grattacapi.
Un peggioramento dei nostri rapporti con la Germania proprio adesso non è di buon auspicio per le decisioni che riguardano la riforma del Patto di stabilità e crescita e il giudizio che l’Ue e i mercati si accingono a dare della prossima legge di Bilancio.
Il rialzo dello spread è per ora contenuto. I fondamentali dell’economia italiana sono buoni. Ma il ricorso ad un extradeficit è una manovra delicata che può essere strumentalizzata e scatenare un’ondata psicologica di dubbi e cattivi pensieri sula finanza pubblica italiana, innescando una spirale di sfiducia che gli speculatori comincerebbero come hanno fatto in passato a cavalcare con effetti disastrosi
Meloni e Giorgetti hanno davanti mesi non facili. Perchè mentre altri politici e anche ministri possono divertirsi a fare dichiarazioni, a loro invece compete prendere decisioni non facili.
Inasprire i toni con la Germania che in materia economica la fa da padrona, seguita da un gruppetto di Paesi cosiddetti rigoristi, renderà più difficile far comprendere che l’Italia non va additata come il Paese del debito facile e non va guardata con sospetto come è successo in passato. Meloni per 12 mesi ha fatto di tutto per accreditar un’immagine diversa del nostro Paese. Non è proprio il caso di mandare questo lavoro a gambe all’aria. Quindi, prudenza, smorzare i toni, tornare alla diplomazia e a dichiarare di meno e negoziare di più.