domenica, 24 Novembre, 2024
Politica

Tajani e Baerbock: azione comune. Von der Leyen: correggere il sistema di asilo

Immigrazione. Berlino toglie il veto all’accordo Ue

Italia e Germania sono paesi amici e quando c’è qualche punto di disaccordo ce lo si può dire senza intaccare l’alleanza e l’amicizia. E deve essere proprio andato così l’incontro tra il nostro ministro degli Esteri, Antonio Tajani e l’omologa tedesca Annalena Baerbock (Verdi). Entrambi i paesi vogliono che il Mediterraneo “non diventi un cimitero”. Che sia l’Unione europea ad affrontare la crisi migratoria. Che gli “sforzi finanziari siano concentrati su soluzioni strutturali”. Che si faccia in modo di “impedire le partenze degli immigrati” e che si promuovano accordi con “gli stati di provenienza.” Però questo non ha impedito al ministro Tajani a Berlino e al ministro Piantedosi a Bruxelles, di mettere in stand-by la proposta tedesca sul Patto d’asilo. “Abbiamo solo chiesto tempo”, ha spiegato il ministro degli Esteri, “e chiedere tempo non significa un ‘no’. Dobbiamo fare una valutazione approfondita dal punto di vista giuridico.” Questo perché sembra che l’accordo sul Patto Ue non cambierebbe molto per l’Italia. Il regolamento di Dublino (“preistoria” per il Presidente Mattarella) viene mantenuto, anzi, per i Paesi di primo ingresso i tempi sull’esame delle domande d’asilo si allunga da 12 a 24 mesi. Né si arriverà a una vera e propria redistribuzione tra Paesi Ue. Più di altro si discuteranno i contributi finanziari.

Immigrazione e asilo si cambia

Nel frattempo a Bruxelles, appunto, nella riunione del Consiglio dei ministri dell’Interno, di ieri, è stato trovato un accordo sull’ultima parte ancora controversa del Patto Ue su Immigrazione e Asilo. La proposta di regolamento prevede in determinati casi di emergenza una forma di solidarietà obbligatoria, con la redistribuzione dei migranti irregolari fra gli stati membri o, in alternativa, contributi finanziari ai paesi più esposti ai flussi migratori. Ieri la Germania, che si era astenuta in passato, si è schierata a favore della proposta di compromesso. Pare proprio grazie a un intervenuto diretto del cancelliere Scholz per assicurare il via libera, superando così le reticenze dei Verdi. Decisamente contrari Ungheria e Polonia.

Von der Leyen: sia l’Ue a decidere chi far entrare

E proprio ieri anche la Commissaria Ursula von der Leyen aveva esortato i ministri europei a trovare un accordo:  “I nostri cittadini, giustamente, si aspettano che sia l’Europa a decidere chi può venire da noi e in quali circostanze, e non i trafficanti e i contrabbandieri.” “Gli ultimi eventi a Lampedusa”, ha aggiunto la Commissaria Ue, “mostrano la necessità di correggere il nostro sistema di asilo e migrazione”.

Fondi a soluzioni strutturali

Tajani è arrivato a Berlino, da dove ripartirà oggi, dove i giornali tedeschi raccontano di un ministro degli Esteri italiano sorpreso del fatto che il Governo federale sostenga un’organizzazione non governativa che favorisce gli sbarchi di immigrati in Italia. Il riferimento è ai fondi approvati dal Bundestag, a partire da 790 milioni di euro, destinati a “Sos Humanity” che gestisce la nave privata “Humanity 1” che si muove tra Mediterraneo, Adriatico e Tirreno. Ma su questo, durante la conferenza stampa congiunta, sia Tajani che Baerbock hanno ribadito che c’è una “stretta collaborazione” e che, proprio per questo “non è impedito di sottolineare quando ci sono dei punti di disaccordo che, comunque, non intaccano l’alleanza e un’amicizia antica.” La soluzione all’emergenza “si cerca insieme”: soluzione che si fa “urgente” anche perché dall’inizio del 2023, nel Mediterraneo, sono state intercettate oltre 133mila imbarcazioni migranti rispetto alle 69mila dell’anno scorso con più di 10mila barconi arrivati in nel solo mese di agosto a Lampedusa.

Baerbock: fondi alle Ong

La ministra Baerbock, da parte sua, ha ricordato che la priorità è “soccorrere le vite umane”, ha detto che sono “imminenti distribuzioni di fondi alle Ong”, ma ha riconosciuto che la Guardia costiera italiana svolge un lavoro importantissimo. “Così come anche le Ong si contrappongono affinché i migranti non trovino la morte nel Mediterraneo. Come Germania non lasceremo soli i singoli Stati, cerchiamo soluzioni europee che non portino la parola europea solo in copertina.” “Personalmente”, ha dichiarato la ministra Baerbock, “mi dispiace molto che non abbiamo più ‘Mare nostrum’ e salvataggi in mare comuni europei di migranti e in questo senso ci sono proposte di Berlino a Bruxelles. Fino a quando queste iniziative non ci sono, anche  organizzazioni di salvataggio civili si prendono carico dei compiti umanitari in mare.” Italia e Germania, poi, lavorano assieme anche per l’integrazione europea dei Balcani occidentali e i due ministri degli Esteri hanno confermato che “aiuteranno l’Ucraina non solo a livello militare, ma anche in relazione alla ricostruzione del Paese.” Infine hanno annunciato che il prossimo 22 novembre ci sarà un incontro tra i due governi “su tutti i temi e dove non c’è visione comune, si continuerà a lavorare per trovare un accordo”.

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