venerdì, 15 Novembre, 2024
Economia

Ocse: Pil Italia 0,8%. Frena l’inflazione

Germania in recessione

Chi si aspettava una prossima crescita finanziaria dell’Italia dovrà rassegnarsi per un po’. Almeno fino al 2025. Perché dalle prospettive economiche globali per l’anno in corso e il 2024, pubblicate ieri dall’Ocse, non esce nulla di promettente. Anzi. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico il Belpaese dovrebbe registrare una crescita del Pil dell’0,8% sia nel 2023 (quindi con un -0,4% rispetto alle stime di giugno) che nel 2024 (-0,2%) dopo il +3,8% del 2022. L’Ocse ha sottolineato che la crescita italiana è stata sostenuta nel 2022 dal contributo del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tuttavia, il Pnrr è in ritardo rispetto al calendario previsto, e questo potrebbe rallentare la crescita nel 2023 e nel 2024. L’Organizzazione ha anche sottolineato che il Belpaese ha bisogno di continuare a riformare il mercato del lavoro e il sistema fiscale per migliorare la sua competitività. Queste riforme potrebbero contribuire a sostenere la crescita economica nel lungo periodo.

Per quanto riguarda l’inflazione, l’Ocse ha invece rivisto al ribasso le stime di inflazione per il 2023, portandole a +6,1% da +6,4%, prima di scendere al 2,5% nel 2024. Una revisione dovuta principalmente al calo dei prezzi dell’energia.
Oltre all’Italia, tra gli altri grandi Paesi d’Europa l’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica della Germania che sarà in recessione (-0,2% da una crescita pari a zero stimata a primavera) mentre nel 2024 farà peggio rispetto a quanto immaginato a primavera: dall’1,3% allo 0,9%. Bene la Francia per la quale l’Ocse ha alzato le previsioni di crescita all’1% dallo 0,8% mentre per il 2024 sarà leggermente ridotta (-0,1%) all’1,2%. Per la Gran Bretagna si conferma una lieve crescita nel 2023 (+0,3%) mentre le stime sono state tagliate allo 0,8% dall’1% per il 2024.

Difficoltà mondiale

Ma in generale è in difficoltà l’economia mondiale che ha comunque mostrato una certa resilienza, nonostante la guerra in Ucraina, la pandemia di Covid-19 e l’aumento dell’inflazione. Nonostante ciò le prospettive di crescita rimangono deboli a causa di una serie di fattori, tra cui una politica monetaria sempre più restrittiva che sta frenando la domanda interna, una ripresa più debole del previsto in Cina e i rischi geopolitici. In soldoni, si prevede che la crescita globale nel 2024 sarà inferiore a quella del 2023. Passando alle fredde cifre, la crescita del Pil mondiale dovrebbe rallentare dal 3,3% del 2022 al 3,0% nel 2023 (+0,3 rispetto alle precedenti stime di giugno) e al 2,7% nel 2024. La crescita dell’eurozona dovrebbe rallentare allo 0,6% nel 2023 (-0,3% rispetto alle stime di giugno) e all’1,1% nel 2024 (-0,4%). La crescita degli Stati Uniti si attesterà al 2,2 per cento nel 2023 per poi scendere all’1,3 per cento l’anno successivo, mentre il Pil del Giappone quest’anno salirà dell’1,8 per cento per poi arrivare all’1 per cento nel 2024. Infine l’Ocse prevede che la crescita in Cina sarà frenata dalla debole domanda interna e dalle tensioni strutturali sui mercati immobiliari, scendendo al 5,1% nel 2023 e al 4,6% nel 2024.

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