“Alla prossima seduta del Consiglio dei Ministri proporrò di inserire all’interno della Costituzione italiana (articolo 119) che la Repubblica tutela e valorizza il mare”. Parole, queste, del Ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ieri presente a Trieste nel corso della giornata conclusiva del Forum ‘Risorsa Mare’ organizzato da European House Ambrosetti per presentare il ‘Piano del Mare’: un progetto approvato all’unanimità dal Comitato interministeriale per le Politiche del Mare, e che prevede, tra le sue priorità, la protezione dell’ambiente marittimo, lo sviluppo dell’economia e il rafforzamento della cooperazione internazionale. L’ex Governatore della Sicilia ha spiegato che fino a oggi, in Italia, ha prevalso una cultura legata troppo alla terra lasciando troppe volte il Mediterraneo al suo destino: “Adesso serve un nuovo approccio anche alla cultura marittima, a cominciare dalle scuole”.
Mediterraneo cerniera fra Oriente e Occidente
Insomma, per Musumeci “il mare torna finalmente al centro dell’agenda politica italiana”. Tra gli obiettivi principali del Piano, quello di far diventare il Mediterraneo una cerniera fra Oriente e Occidente e non più un mare di frontiera: “Il Piano Mattei (che prevede di arrivare entro due anni al totale sganciamento dal gas russo, per poi crescere progressivamente come hub di distribuzione di energia dal Nord Africa al cuore dell’Unione europea) lo dimostra e la nostra è una candidatura ambiziosa, ma abbiamo le carte in regola per poter ricoprire questo ruolo”.
Dunque, l’Italia vuole ricoprire un ruolo da attrice protagonista, e non più da spettatrice: “Tra lo stretto di Suez e quello di Gibilterra c’è la necessità di definire un nuovo approccio non più solo economicistico, ma anche basato su una strategia di sicurezza nazionale”.
Musumeci ha aggiunto che il Piano sarà aggiornato di anno in anno per sottolineare i problemi e i bisogni principalmente di carattere normativo che poi il Cipom (Comitato interministeriale per le politiche del mare) dovrà sottoporre al governo affinché le esigenze possano diventare norme.
Dieci filiere strategiche
Il Piano identifica dieci filiere strategiche per l’economia del mare, tra cui ‘Pesca e acquacoltura’ per garantire la sicurezza alimentare; ‘Turismo marittimo’ per valorizzare le risorse naturali e culturali; ‘Trasporto marittimo’ per migliorarne l’efficienza in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale; ‘Energia marina’ per svilupparne di rinnovabili; ‘Ricerca e sviluppo’ per promuovere l’innovazione e la crescita economica.
Al Forum ha preso parte il Ministro degli Esteri Antonio Tajani per il quale bisogna lavorare “affinché il Mediterraneo sia un mare di crescita e benessere, non un cimitero di morte e disperazione”.