sabato, 16 Novembre, 2024
Agroalimentare

Peste suina nel pavese: da abbattere oltre 25mila maiali

Ambientalisti mobilitati vanno al Tar. Confagricoltura: troppi cinghiali

Nel pavese bisogna abbattere oltre 25mila maiali di una decina di allevamenti perché c’è un focolaio di peste suina africana nell’area di Zinasco. Per cercare di contenere la diffusione del virus sono scesi in campo anche i carabinieri. E undici pattuglie dei forestali si alternano giorno e notte fuori dalle aziende interessate dalla Psa. Il presidente della Regione Attilio Fontana ha detto che il virus “si diffonde in maniera incredibile” e che “bisogna uccidere tutti gli animali ammalati”. Finora sono stati abbattuti oltre 11mila maiali e alcune associazioni animaliste stanno protestando e chiedono di difendere gli animali sani. “Diffidiamo l’Azienda sanitaria pavese a procedere con l’esecuzione dei 35 suini che vivono al rifugio Cuori Liberi”, a Sairano di Zinasco, dove due maiali sono risultati infetti. “Nessuno torca loro un pelo prima che il Tar si esprima il 5 ottobre. Presenteremo appello anche al Consiglio di Stato per impedire fin da subito l’esecuzione della sentenza di morte, per una malattia non trasmissibile agli esseri umani”. In questi giorni, poi, una direttiva dell’Unione europea ha fatto salire a 172 il numero di comuni della provincia di Pavia dove sono vietate le movimentazioni di maiali, sia in ingresso sia in uscita: 54 comuni, compreso quello di Zinasco, sono stati inseriti nella zona di protezione, 118 in quella di sorveglianza.

Problema commerciale

Preoccupazione tra i suinicoltori di Confagricoltura. Rudy Milani, presidente degli allevatori, conferma che si tratta di una problema “prettamente commerciale” che non riguarda la salute umana. Ma il virus è contagioso e pertanto bisogna ricorrere a un abbattimento massiccio. La peste ha cominciato a circolare in modo veloce e serve un intervento drastico. Probabilmente è stato trasmesso dai cinghiali, ma finora non sono stati trovati ungulati infetti. Si ipotizza anche che la malattia sia stata portata negli allevamenti dall’uomo. Potrebbe essere stato distribuito cibo infetto proveniente dall’Est Europa. Il settore ora rischia un crollo perché la commercializzazione è stata fermata e soprattutto l’export verso la Cina e il Giappone, Stati Uniti e Canada ha subito una battuta d’arresto. Tra l’altro si tratta di difendere anche le produzioni Dop e Igp, tra cui i prosciutti di Parma e il San Daniele che hanno una quota fino al 20% esportata. Confagricoltura stima una perdita secca di 20 milioni di euro in un mese. Perdita che rischia di quadruplicarsi con gli abbattimenti.

Ristori per danni diretti e indiretti

I ristori sono anche complessi da calcolare (2 euro al chilo per i maiali abbattuti) perché oltre i danni diretti vanno considerati anche i danni agli impianti di biogas, che utilizzano i liquami. E poi aumenteranno i prezzi al consumo della carne. Il Ministero dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare ha convocato un incontro per affrontare la questione. La peste suina era comparsa in Piemonte nel gennaio 2022. Lì erano stati risparmiati gli allevamenti, ma poi si è estesa in Lombardia e ha infettato il bestiame. Confagricoltura, da mesi, spinge per “rafforzare la prevenzione” e “ampliare il raggio di azione delle operazioni di contenimento dei cinghiali, primo vettore del virus innocuo per l’essere umano e gli altri animali ma letale per i suini.” Chiede il ricorso al “Fondo Regionale per gli interventi strutturali e funzionali in materia di biosicurezza”, aumentandone la dotazione finanziaria (attualmente fissata in 2 milioni di euro) e vorrebbe che fosse alzata l’intensità di contributo portandola in modo stabile al 100% della spesa. “Non serve allarmismo ma pragmatismo”, dice la presidente di Confagricoltura Pavia, Marta Sempio, ma aggiunge che “contenere la popolazione di ungulati deve diventare una priorità costante. Confagricoltura lo chiede da anni. Agire per l’eradicazione della Psa consentirà di limitare anche i danni alle colture causati dagli ungulati e permetterà, limitando la presenza dei cinghiali, di incrementare anche la sicurezza stradale”.

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