Più di duemila morti e migliaia di feriti (di cui circa 1000 in gravi condizioni) con la certezza che il numero aumenterà di ora in ora. Un bollettino drammatico che testimonia la violenza del terremoto avvenuto venerdì intorno alle 23 in Marocco (sentito anche in Algeria, in Portogallo e in Spagna). Una scossa di magnitudo 6.8 che in pratica in appena 30 secondi ha raso al suolo diversi quartieri di diverse città africane, in primis Marrakech, dove le strade del quartiere ebraico della Medina sono state in pratica spazzate via (danneggiata gravemente la moschea Koutoubia, tra i simboli della nazione). Ma la terra ha tremato anche a Rabat, Casablanca, Agadir ed Essaouira e alcuni villaggi sono stati rasi al suolo. L’epicentro è stato localizzato nelle montagne dell’Atlante, a 72 chilometri a sud-est di Marrakech, a una profondità di 10 chilometri. Scene davvero apocalittiche quelle girate dai telefonini e dai media locali, con interi palazzi che si sono letteralmente sbriciolati nel cuore della notte, non dando possibilità di scampo a tante persone in quel momento a letto. Danni gravissimi anche a infrastrutture vitali come i ponti, in molte zone le linee elettriche sono state interrotte così come la fornitura di acqua.
Italiani sani e salvi
I 400 italiani presenti sul territorio “stanno tutti bene”. Lo ha riferito la Farnesina nel pomeriggio dopo tutte le verifiche effettuate. Già in mattinata l’Ambasciata di Rabat e il Consolato Generale di Casablanca, insieme all’Unità di Crisi e al Consolato Onorario di Marrakech, si erano sin da subito attivati per fornire assistenza, in stretto contatto con le autorità marocchine, ai connazionali presenti. Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani è stato tenuto costantemente aggiornato sugli sviluppi della situazione sin dai primi momenti. Lo stesso Vicepremier ha spiegato che si sta lavorando per poter assicurare il rientro in Italia dei turisti in tutta sicurezza.
Solidarietà internazionale
La macchina della solidarietà è partita sùbito e sono stati tanti, tantissimi i messaggi di vicinanza inviati da parte delle istituzioni di tutto il mondo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scritto al Re del Marocco, Muhammad VI, spiegando di provare “immensa tristezza” per quanto accaduto, manifestando vicinanza al popolo africano e “disponibilità a contribuire ai complessi lavori di soccorso”. “Vi siamo vicini con sentimenti di autentica solidarietà”, la chiosa. Appena appresa la notizia, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ieri a Nuova Delhi per il Vertice G20, ha espresso vicinanza e solidarietà al Primo Ministro Aziz Akhannouch, ai familiari delle vittime e al popolo marocchino, annunciando la piena disponibilità dell’Italia a sostenere il Marocco in questa emergenza. Addolorato Papa Francesco che in un telegramma firmato dal Cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha espresso la sua profonda solidarietà “a coloro che sono toccati nella carne e nel cuore da questa tragedia”. L’Unione europea è già al lavoro per stanziare una somma da destinare al Marocco per i primi aiuti umanitari. La Cei ha deciso lo stanziamento di 300mila euro dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica. Dal Belgio, per la ricostruzione, in arrivo 5 milioni.
Le condoglianze di Putin
Tra i tantissimi messaggi indirizzati al popolo marocchino, anche quello della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che si è stretta “con tutto il cuore” alle famiglie delle vittime, ai feriti e ai soccorritori “per il loro lavoro ammirevole”. La notizia ha ovviamente fatto il giro del mondo e il Presidente americano Joe Biden ha garantito che gli Stati Uniti “sono pronti a fornire tutta l’assistenza necessaria”. Ha inviato le proprie condoglianze al Re anche Vladimir Putin: “In Russia condividiamo il dolore e il lutto dell’amichevole popolo marocchino”. Il Presidente indiano Modi, aprendo il G20 appena appresa la notizia, parlando a nome di tutti i presenti, ha detto che l’intera comunità internazionale invierà la migliore assistenza possibile.
Terra sismica
Il Marocco, ricorda l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è interessato da un’intensa sismicità attestata da molti secoli. Gli eventi più rilevanti si concentrano lungo la costa del Mediterraneo e lungo i monti dell’Atlante. Da ricordare il terremoto dell’11 maggio 1624 che ha interessato la zona di Fes con una magnitudo stimata pari a 6.7; il 29 febbraio 1960 un terremoto di magnitudo 5.7 ha invece colpito, distruggendola e provocando 15000 vittime, la città di Agadir che è stata completamente ricostruita.