Un patto che si snoda in una storia millenaria. Italia e Cina hanno tessuto malgrado le distanze un filo conduttore costante e forte, fatto di scambi commerciali di cultura e di curiosità e attenzioni reciproche. Prova ne è il Partenariato Strategico Globale di cui il prossimo anno ricorrerà il ventesimo anniversario un punto di riferimento. Una sinergia che riferisce una nota di Palazzo Chigi diffusa dopo l’incontro fra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il primo ministro della Repubblica Popolare Cinese, Li Qiang, a margine del G20, “costituirà il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due Nazioni in ogni settore di comune interesse”. “Una relazione sana e stabile tra Cina e Italia”, ha risposto il premier cinese, “è in linea con gli interessi comuni di entrambi i Paesi ed è necessaria per un migliore sviluppo di entrambi”.
Cina e Italia, lunga amicizia
“Prima occasione di contatto diretto tra i due Capi di Governo”, evidenzia ancora la nota di Governo, “il colloquio ha confermato la comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali”. La via di nuovi possibili accordi è stata aperta dal ministro Antonio Tajani nel suo recente viaggio a Pechino; passo obbligato dopo il pressing degli Stati Uniti e degli alleati occidentali. Tuttavia per Tajani al di là delle sigle, “il partenariato strategico è molto più importante della nuova Via della Seta”. La Cina, dal canto suo, attraverso una nota dell’ambasciata cinese a Roma, auspica che “l’Italia fornisca un ambiente imprenditoriale equo, giusto e non discriminatorio affinché le aziende cinesi possano investire e svilupparsi e continuerà a espandere l’accesso al proprio mercato per creare maggiori opportunità per i prodotti di qualità italiani affinché possano entrare nel mercato cinese”.
Il Piano Mattei
Sul fronte migranti al G20 di Nuova Dheli, Giorgia Meloni ha sottolineato l’importanza che l’Italia vorrà assumere nel rapporto con l’Africa, un percorso già scritto nel Piano Mattei che il premier è determinata a portare avanti. “L’Italia destinerà all’Africa tre miliardi nei prossimi cinque anni, saremo il loro ponte con l’Europa”, ha esordito il Presidente del consiglio durante il suo intervento alla sessione dedicata ai flussi migratori e ai cambiamenti climatici. Meloni ha quindi ricordato ai leader presenti che “il Governo italiano sta lavorando per dare vita ad un ampio Piano di cooperazione e sviluppo che porta il nome di un grande italiano, Enrico Mattei, fondatore di Eni.” “La sua ‘formula’ ebbe successo”, ha sottolineato ancora il premier, “perché seppe coniugare l’esigenza di una Nazione come l’Italia di rendere sostenibile la sua crescita con quelle degli Stati partner di conoscere una stagione di sviluppo e progresso. Oggi la storia ci pone davanti le stesse esigenze”. “Un impegno che rientra nel ‘Processo di Roma’ avviato con la Conferenza su migrazione e sviluppo, che l’Italia ha riunito a luglio e che ambisce a costruire un nuovo modello di relazioni internazionali su base paritaria, per creare sviluppo, ma anche favorire percorsi di migrazione legale e combattere le potenti reti criminali di trafficanti dell’immigrazione illegale, che sfruttano la disperazione per arricchirsi”.
Un ponte per l’Africa
Nei progetti del premier L’Italia ha una ambizione strategica quella di essere un ponte tra Europa e Africa, una speciale missione “non predatoria” ma di ricerca di scambi non solo commerciali ma anche di cultura e istruzione, “per promuovere partenariati”, ha insistito il premier durante il suo intervento, “reciprocamente vantaggiosi, rifiutando un approccio assertivo o paternalistico, per sostenere la sicurezza energetica delle Nazioni africane e mediterranee e rafforzare le esportazioni di energia verde”. “L’Africa è un continente estremamente ricco di risorse: ciononostante risulta un continente povero, anche perché, nel corso della storia, gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono sempre rispettosi dei bisogni delle realtà locali. Vogliamo cambiare approccio”.
Guerra e clima: attenti agli squilibri
Nel suo intervento il presidente del Consiglio ha ricordato come, “il nesso clima-energia è sempre più importante in una fase nella quale il mondo continua ad affrontare gli effetti a cascata della crisi innescata dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina e dall’uso delle forniture energetiche come un’arma di ricatto da parte di Mosca”. “Inutile dire che la risposta al cambiamento climatico deve riguardare davvero tutti, altrimenti pensare che possa portare risultati apprezzabili è pura utopia. E al di là degli impegni sul contenimento del riscaldamento in corso, dobbiamo considerare prioritaria”, ha insistito Giorgia Meloni, “l’adozione di tutte le misure utili alla mitigazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici, che impattano soprattutto sui Paesi del sud globale”. “In modi diversi”, ha ammonito Meloni, “siamo tutti coinvolti, approcci troppo radicali o troppo asimmetrici fra gli Stati, particolarmente fra quelli più industrializzati, finirebbero per non garantire soluzioni efficaci ai nostri problemi, e allo stesso tempo potrebbero provocare pericolosi squilibri nel rapporto tra le nazioni e all’interno delle nazioni stesse”.
Incontro con Modi
Nell’incontro con il Presidente Narendra Modi, con cui si è congratulata per il successo del G20 indiano, Meloni ha anticipato i grandi temi della futura presidenza italiana del G7 tra i quali la necessità di dedicare una crescente attenzione alla regolamentazione internazionale dell’intelligenza artificiale. Al riguardo si è convenuto sull’opportunità di un efficace coordinamento tra gli ambiti del G20 e G7. Riguardo ai rapporti bilaterali i due leader hanno discusso della collaborazione in settori strategici, fra cui la transizione energetica, la digitalizzazione, lo spazio e la difesa.
Visita al memoriale Gandhi
Oggi, a margine dei lavori del G20, la premier italiana avrà bilaterali con il Presidente della Repubblica di Indonesia, Joko Widodo, e con il Presidente della Repubblica di Corea, Yoon Suk-yeol. Visiterà il memoriale del Mahatma Gandhi, dove sarà deposta una corona di fiori. Poi parteciperà alla terza sessione di lavoro, “One future”, dove interverrà su transizione digitale, riforma delle istituzioni multilaterali e intelligenza artificiale.