lunedì, 16 Dicembre, 2024
Società

Carceri sovraffollate: il sottosegretario Delmastro punta a far rientrare gli stranieri

Manuale per gli agenti su come affrontare gli eventi critici

Nelle carceri italiane su oltre 56mila detenuti, 18mila sono stranieri. Mediamente ogni detenuto costa 137 euro al giorno per un cifra totale che si aggira sui 900 milioni l’anno. Ma non è soltanto questione di soldi. In alcune carceri la densità è altissima e in certe situazioni la congestione si soffre molto anche per il caldo: 38-40 gradi in certe celle malandate. I detenuti crescono al ritmo di 5 volte più dei posti disponibili. Il ministro Nordio, di recente, ha proposto l’utilizzo di caserme dismesse. L’emergenza c’è ed è dichiarata da tutti: il tasso di affollamento reale è al 121% con situazioni più drammatiche in Lombardia (151,8%), Puglia (145,7%) e Friuli Venezia Giulia (135,9%). È cresciuto soprattutto il numero delle donne (+9%), mentre l’aumento degli stranieri, del 3,6%, è più o meno in linea con quello della popolazione detenuta complessiva.

Superare la volontà del detenuto

Di fronte a questa situazione il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha appena annunciato un piano per far rientrare una parte dei detenuti stranieri nei loro Paesi d’origine in modo che possano scontare la pena “in cella a casa loro”. Nell’ambito del “Piano Mattei”, che prevede intese bilaterali con paesi africani. Gli accordi prevederebbero un’intesa per la quale l’Italia accoglie un numero, anche maggiore di migranti (extraflussi), ai quali prima viene garantita una formazione specifica, mentre dall’altra parte viene accettato il rientro di detenuti che si sono macchiati di reati gravi. Accordi di questo tipo esistono già con Albania e Romania. Naturalmente l’accordo dovrà essere subordinato a garanzie di diritti umani e trattamenti per il detenuto che va a scontare la pena nel proprio Paese. Questo dovrebbe favorire anche il superamento della volontà del detenuto stesso che, a oggi, per essere trasferito deve acconsentire. Quanto ai detenuti tossicodipendenti, sono circa un terzo della popolazione in carcere, e l’auspicio espresso dal sottosegretario Delmastro è quello di “riuscire a fare scontare la pena in una casa di cura del terzo settore”.

Lo svuotacarceri non funziona

“La sinistra propone sempre lo svuotacarceri, che non funziona”, ha spiegato il sottosegretario in dichiarazioni e interviste, “perché in genere chi viene liberato poi torna in carcere, mediamente, dopo 6 mesi.” Intanto lo stesso Delmastro ha annunciato un piano di edilizia carceraria con uno stanziamento di 84 milioni di euro da destinare a 8 nuovi padiglioni e ristrutturazioni. Mentre nel 2023 sono entrati in servizio circa 1.500 unità del 181esimo corso di formazione per agenti di Polizia penitenziaria. E altri 300 dovrebbero entrare nei prossimi mesi per lo “scorrimento” in graduatoria. E sono già finanziati i successivi due corsi, entrambi per oltre 1.700 unità ciascuno.

Il manuale per gli eventi critici

Intanto è stato appena pubblicato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria il manuale per gli agenti impegnati nelle carceri. Si tratta di un prontuario operativo scritto per i poliziotti penitenziari, con l’obiettivo di fornire precise indicazioni su come intervenire nei casi di eventi critici. “Un risultato storico”, ha spiegato il sottosegretario, con “regole di ingaggio chiare e precise per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria, che in tal modo potranno affrontare gli eventi critici sapendo fin dove potersi spingere per garantire ordine, legalità e sicurezza negli istituti penitenziari. Alla redazione del Prontuario”, ha concluso Delmastro, “hanno contribuito direttamente alcuni comandanti di istituti indicati dalle diverse sigle sindacali, che voglio ringraziare per il loro contegno collaborativo”.

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