Dopo una breve pausa, nelle ultime 48 ore a Lampedusa si sono registrati nuovi sbarchi di migranti. Per la precisione, sono state 409 le persone arrivate a bordo di varie imbarcazioni provenienti soprattutto dalla Tunisia. Una situazione che ha messo in crisi l’hotspot di contrada Imbriacola: già nella giornata di ieri, proprio per ovviare a questo problema, un gruppo di migranti è stato trasferito a Porto Empedocle (da segnalare l’arresto di 8 migranti che sono tornati sull’isola sebbene avessero ricevuto precedentemente decreti di espulsione o di respingimento).
Comunità di Sant’Egidio
Il tema legato all’emergenza immigrazione è più vivo che mai. E ieri sull’argomento si è espressa la Comunità di Sant’Egidio che, forte di una robusta esperienza sul campo, sia nell’accoglienza che nell’integrazione dei migranti, ha elencato nel corso di una conferenza stampa alcune proposte rivolte all’Italia e all’Europa per favorire un’immigrazione regolare. Per il Presidente Marco Impagliazzo deve essere proprio l’Europa a essere messa di fronte alle proprie responsabilità: “La storia degli ultimi mesi ha dimostrato che la presenza delle Ong non è un fattore di attrazione per l’emigrazione.
L’Italia è il Paese europeo che salva più vite in mare. Deve coinvolgere l’Ue nei salvataggi, basta con le morti in mare”. Altro obiettivo da portare a termine, per la Comunità, l’aumento degli insediamenti sulla base del concetto di solidarietà. Ma Impagliazzo si è soffermato soprattutto sui minori non accompagnati, che devono essere considerati come una risorsa per il futuro, visto il calo demografico sempre più presente.
E quindi ecco la necessità di attività di formazione: “Ci sono strutture in Italia – penso alla Città dei ragazzi, o alla rete delle scuole salesiane – che hanno formato migliaia di ragazzi poveri, figli delle periferie italiane, che sono diventati ottimi cittadini. Bisogna sostenere questa rete”. Rimanendo in argomento minori, per il Presidente deve essere incentivato l’affidamento familiare, poco applicato: “Ci sono famiglie che desidererebbero essere affidatarie di questi ragazzi, ma la burocrazia è lenta e frena un’ottima pratica che si potrebbe allargare. Insomma, in un Paese affetto da crisi demografica e calo della natalità, che va pure sostenuta, non ha senso “perdere i giovani che già ci sono”. Un’altra proposta riguarda la convertibilità dei permessi di studio in permessi di lavoro e un riconoscimento dei titoli di studio già acquisiti all’estero evitando gli ostacoli esistenti. Un esempio a riguardo sono gli infermieri: “La loro carenza nel nostro Paese è strutturale. Eppure ci sono nazioni con cui non c’è equipollenza del titolo, che si potrebbe realizzare magari con corsi aggiuntivi sorretti da borse di studio”.
Agenzia Ue per l’asilo
Intanto nei primi sei mesi del 2023 c’è stato un boom di domande di asilo politico da parte dei migranti all’interno dell’Unione europea: i dati comunicati dall’Agenzia Ue per l’Asilo parlano di un +28% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nello specifico, le richieste totali sono state ben 519mila, il numero più alto dall’anno della crisi dei rifugiati del 2015-2016: in quel periodo le richieste furono 1,3 milioni nel 2015 e 1,2 milioni nel 2016 (nel 2022 sono state 994.945). Sulla base delle tendenze attuali, le domande potrebbero superare il milione di unità entro la fine di dicembre. A presentare il maggior numero di domande sono stati siriani, afgani, venezuelani, turchi e colombiani che rappresentano, in totale, il 44% di tutte le richieste.
La nazione più ‘ambita’ è stata la Germania con il 30%, quasi il doppio delle successive Spagna (17%) e Francia (16%). Molti Paesi, a causa delle numerose richieste, sono sotto pressione e anche per questo motivo il numero di fascicoli in attesa di decisione è aumentato del 34% rispetto al 2022. L’Italia, stando ai dati dell’Agenzia, è ricercata soprattutto dagli egiziani (71%). Da segnalare che 4 milioni di ucraini in fuga dalla guerra usufruiscono adesso di protezione temporanea in Ue.