sabato, 16 Novembre, 2024
Società

I recordman che raccolgono firme scrivono per il “bene di tutti”

Gli uomini e le donne che scrivono alle Camere con decine di petizioni

Si va dalla richiesta di “tutela degli alberi” alla “laurea magistrale in giurisprudenza che abbia valore abilitante per l’esercizio della professione forense” oppure dalla riduzione della “durata delle scuole secondarie di secondo grado a quattro anni” alla “unificazione dei corpi di polizia”. Questioni più semplici, ma anche delicatissime, come ad esempio la richiesta di “revisione complessiva della Costituzione.”

Corsa alla racconta firme

Sono le petizioni che non sono molto praticate dai cittadini, ma ugualmente in ogni legislatura, ne arrivano a migliaia e spaziano tra temi più disparati. In meno di un anno se ne contano già 438 alla Camera e 565 al Senato. Le prevede l’articolo 50 della Costituzione, secondo il quale “tutti i cittadini possono rivolgere petizioni per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità.”

I temi a ventaglio

Più concretamente c’è chi propone “interventi urgenti, anche mediante l’utilizzo dei fondi del Pnrr, di contrasto al fenomeno del dissesto idrogeologico” o “disposizioni per sostegni economici alle famiglie” o la richiesta “della possibilità in sede di dichiarazione dei redditi di destinare il 5 per mille ad un istituto scolastico, attraverso l’indicazione del relativo codice meccanografico sul modello 730 o sul modello Unico” assieme “all’abolizione del limite di età per l’accesso alle selezioni della Riserva Selezionata, in particolare per l’Arma dei Carabinieri – Categoria Ufficiali.”

L’italiano “addetto” alle petizioni

Ma come si spiega la scarsa considerazione dell’articolo 50 con un numero così alto di petizioni? Lo spiega la presenza dei recordman della petizione. Finora l’insuperabile è Francesco di Pasquale, 65 anni, geometra in pensione, di Cancello e Arnone, in provincia di Caserta, storico militante del Movimento Sociale Italiano, ex sindaco della città, che ha il primato assoluto del ricorso all’articolo 50 della Costituzione. Ne ha spedite 2.810 dal 7 luglio 1999, quando ha cominciato, fino alla scorsa legislatura. Di Pasquale raccoglie anche i pareri e i desiderata dei suoi concittadini prima di metterli nero su bianco e inviarli alle Camere. Nella legislatura in corso, poco meno di un anno, ne ha già inviate 78 solo alla Camera (molte ripetute). Chiede di tutto: dalla istituzione della giornata nazionale della pacificazione agli incentivi ai giovani per dedicarsi all’attività agricola. Perché lo fa? Gli viene ripetutamente chiesto e la risposta è sempre la stessa: “perché vorrei che la gente fosse felice. E chi amministra deve soffrire per la gente”.

Uomini da record

E comunque, fino al 2027, il record non è scontato perché come di Pasquale ci sono altri che ricorrono frequentemente alla petizione e ne inviano a decine; come Renato Lelli, di Sant’Ambrogio di Valpolicella che chiede di “contrastare le dimissioni dei medici ospedalieri” o di “promuovere l’acquisto di desalinizzatori a osmosi inversa per contrastare l’emergenza idrica”. Come Francesco Romano di Saviano che, tra l’altro, “chiede una riduzione del 50 per cento della tassa sui rifiuti in favore degli invalidi civili e dei disabili” e anche “la possibilità di riscattare gli anni di frequenza universitaria anche in caso di mancato conseguimento del diploma di laurea” e “norme in materia di dichiarazioni dei redditi dei lavoratori esodati del settore bancario”. Giovanni Bello di Cerreto d’Esi, tra le tante inviate, “chiede una nuova disciplina dell’esercizio della prostituzione” e “l’abrogazione della legge sulle unioni civili” assieme “alla riduzione a dodici del numero dei Ministeri”. Tra gli ultimi arrivate prima delle vacanze (ad agosto non ne arrivano o ne arrivano pochissime), le petizione di Renato Borrelli di San Benedetto Val di Sambro che propone di dichiarare monumenti nazionali il Mausoleo delle Fosse ardeatine, il Parco della pace a Sant’Anna di Stazzema e il Monumento-ossario ai caduti partigiani di Bologna.

Che fine fa la petizione?

Nel passato, forse, occorreva anche più impegno e pure qualche soldo per i francobolli. Oggi la pratica è anche più agevole: la lettera può sempre essere spedita per posta ordinaria, per fax o anche per posta elettronica o portata a mano. Nel caso della via digitale basta accompagnarla dalla firma del presentatore con allegata una copia di un documento di identità. Una volta arrivata all’ufficio competente, la petizione presentata viene assegnata a una Commissione che la prende in carico: quando avviene. Questo perché sia il regolamento del Senato che della Camera non prevedono l’obbligatorietà dell’esame.

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