Esattamente 41 anni fa venivano uccisi a Palermo, in via Carini, l’allora Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. E oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda quella mattanza del 1982 che “richiama l’intero Paese a uno sforzo corale nell’impegno di lotta alla mafia”. Tutta la società italiana, per il Capo dello Stato, deve sentirsi coinvolta: le istituzioni, le agenzie educative, il mondo delle associazioni. Mattarella sottolinea l’impegno e il sacrificio del Generale Dalla Chiesa, il cui esempio “interpella oggi la coscienza civica e la responsabilità personale di coloro che ricoprono funzioni pubbliche, chiamati a costituire un efficace argine all’illegalità, alla corruzione e alle infiltrazioni criminali nel tessuto amministrativo ed economico”.
Esperienza preziosa
Il Presidente ricorda la figura del Prefetto che portò a Palermo la sua preziosa esperienza maturata negli incarichi precedenti, lottando con determinazione, in un contesto particolarmente difficile, per l’affermazione dei valori della legalità: “Intuì” – le parole di Mattarella – le potenzialità dell’azione della Pubblica amministrazione per contrastare, insieme all’azione della Magistratura e delle Forze di Polizia, le pretese criminali di controllo dei territori”. Infine il Capo dello Stato, a nome dell’intera comunità a memoria di quel tragico evento, “si stringe intorno agli ideali costituzionali di libertà, solidarietà e giustizia testimoniati, sino al sacrificio della vita, dall’impegno nelle istituzioni di Carlo Alberto Dalla Chiesa”.
L’agguato
Alle ore 21.15 del 3 settembre 1982, la A112 sulla quale viaggiava il Generale, guidata dalla moglie, fu affiancata da una Bmw, dalla quale partirono alcune raffiche di Kalashnikov AK-47, che uccisero il prefetto e la moglie. Nello stesso momento l’auto con a bordo l’autista e agente di scorta, Domenico Russo, che seguiva la vettura di Dalla Chiesa, veniva affiancata da una motocicletta, dalla quale partì un’altra micidiale raffica, che lo ferì gravemente: morirà dopo dodici giorni all’ospedale di Palermo. Da ricordare che anche Piersanti Mattarella, fratello del Capo dello Stato, è stato vittima della mafia: venne trucidato da un sicario il 6 gennaio 1980, quando all’epoca ricopriva la carica di Presidente della Regione Sicilia.