Lo sciopero, il lutto, la rabbia dei parenti e amici dei cinque operai travolti e uccisi mentre erano a lavoro sulla linea ferroviaria della Torino-Milano, altezza della stazione di Colle Pellicce di Brandizzo. Molti i messaggi di cordoglio, ma anche le prese di posizioni con scioperi, cortei e polemiche sulla sicurezza e le morti sul lavoro.
Lutto e braccia incrociate
Allo sciopero di ieri hanno aderito i lavoratori addetti alla manutenzione di Rfi di tutta Italia, segno di compattezza non solo in onore e ricordo delle vittime ma per sottolineare il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Per lunedì prossimo, inoltre, a Vercelli si terrà una manifestazione con un corteo e lo sciopero generale dei trasporti.
I messaggi di cordoglio
Tanti i messaggi di cordoglio sui quali svetta quello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che giovedì scorso, il giorno della tragedia si è recato alla stazione di Brandizzo dove ha deposto un mazzo di fiori: “Le morti sul lavoro sono un oltraggio alla convivenza civile”. ha detto Mattarella. “Ci stringiamo al dolore delle famiglie”, ha sottolineato ieri il sindaco di Chivasso Claudio Castello, “e proclameremo il lutto cittadino nel giorno dei funerali dei caduti sul lavoro. Oggi è il momento in cui la sofferenza esige silenzio, ma da domani è necessaria una seria e concreta riflessione sulla sicurezza dei lavoratori in Italia, quale presupposto etico e costituzionale di civiltà e dignità. Il diritto al lavoro”, ha concluso il primo cittadino, “non può essere ridotto a slogan intergenerazionale al ribasso”.
Con il sindaco di Brandizzo Paolo Bodoni, Castello si è poi recato nell’ospedale di Chivasso a far visita ai feriti ricoverati nel nosocomio.
Le morti sul lavoro
La tragedia di Brandizzo riaccende la polemica sulle morti sul lavoro. Da gennaio a luglio 2023 sono stati 559 i morti sul lavoro: una media di 80 al mese, quasi tre al giorno. Un strage. La situazioasi 6 punti percentuali superiore: 15,7 contro 9,5. Tra l’altro da sottolineare anche 30.849 denunce di infortuni di ragazzi fino a 14 anni. Livello altissimo di emergenza anche per i lavoratori stranieri che patiscono un rischio infortuni quasi doppio rispetto agli italiani: 33,3% contro il 16,9%. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 79, mentre sono 24 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. ale di 430). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a luglio 2023 sono 25.
Le regioni a rischio
Secondo l’Osservatorio Vega Engineering, in zona rossa ci sono: Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria. In zona arancione ci sono Friuli Venezia Giulia, Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania, Sicilia e Veneto. In zona gialla: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Sardegna, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. In zona bianca, Toscana e Molise. Le zone dipendono dall’Indice di incidenza medio, pari a 18,6 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori. La zona rossa ha un indice superiore del 25%.
Un panorama “avvilente”
Fatto il giro di boa del 2023, le proiezioni statistiche continuano a descrive un panorama sconfortante. “E’ avvilente”, scrivono nella nota statistica i tecnici di Vega, “constatare come la situazione non accenni in alcun modo a migliorare. Anzi, come nel caso delle morti in occasione di lavoro, lo scenario diventa di mese in mese più critico con un incremento rispetto allo scorso anno del 4,4%.” “Sebbene emerga una significativa diminuzione del 21,9% degli infortuni denunciati”, spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio, “dobbiamo però sempre riportare alla memoria come nel 2022 fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, non compaiono quasi più nelle statistiche”.
Più vittime tra gli stranieri Per quanto riguarda gli stranieri deceduti in occasione di lavoro, sono 79 su 430. E il rischio di morte sul lavoro si dimostra essere sempre superiore rispetto agli italiani. Gli stranieri, infatti, registrano 33,3 morti ogni milione di occupati, contro i 16,9 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.
La protesta dei sindacati
I sindacatiI sindacati sono sul piede di guerra, ieri il segretario della Cgil Maurizio Landini è intervenuto sulla tragedia. “Bisogna fare scelte di cambiamento. Da mesi chiediamo un intervento, norme più restrittive sulla sicurezza”, evidenzia il leader sindacale, “Ogni volta si dice mai più, ma poi non si fanno quelle cose che mettono la sicurezza e la prevenzione come elemento centrale. Se davvero si vuole imparare dall’esperienza di questo gravissimo incidente è venuto il momento di agire sulle cose che non si sono fatte. Non si dica è un errore umano, è un sistema complessivo. Bisogna fare scelte precise. È una ditta in appalto, il governo ha liberalizzato gli appalti, ha reso possibile il subappalto a cascata”. “Non solo nelle ferrovie”, ha osservato Landini, “il sistema degli appalti e subappalti è una delle forme peggiori per la salute e la sicurezza ed è anche uno dei sistemi in cui stravince l’illegalità e molto spesso ha spazio anche l’infiltrazione mafiosa. Bisogna investire in salute e sicurezza”.