È una strage.
Martiri del lavoro dilaniati lungo i binari di un treno che li ha tranciati di netto. Adesso la calce. Perché all’orrore del sangue, dei corpi straziati, il bianco della calce restituisca onore e decoro alle vite strappate ai propri cari. Cinque innocenti, e tante storie di impegno, di educazione, di riscatto di libertà hanno trovato la morte perchè su quei binari in manutenzione quel treno non doveva passarci. Cosa non abbia funzionato non è chiaro adesso ma ci sono procedure definite e responsabilità che vanno accertate.
E la stampa non dovrà dimenticare, l’opinione pubblica non potrà rassegnarsi e basta. Non si vuole più girare lo sguardo altrove. Ma va tenuto fisso con le lacrime agli occhi di fronte a questa ennesima condanna a morte sul lavoro. È un’emergenza nazionale lo avevamo già capito da tempo.
Ma adesso urge capire come mettere in sicurezza la persona umana oltre le pratiche e le procedure. La sicurezza sul lavoro, la sostenibilità sociale ed economica, la tenuta del sistema sono solo parole e rischia di saltare il tavolo se questi Martiri non troveranno Giustizia molto presto.
Lo sa molto bene il Presidente Mattarella che ha usato un’espressione fortissima e profetica. Oltraggio alla convivenza. Si va a lavorare per portare a casa un pezzetto di dignità e non si può trovare la morte.