Sherri Papini, una donna californiana di 41 anni che si è dichiarata colpevole di aver simulato il proprio rapimento e di aver mentito all’Fbi, è stata rilasciata dalla prigione federale. I registri online del carcere dicono che è stata trasferita in un luogo supervisionato dall’ufficio sul campo per la gestione del rientro residenziale a Sacramento. Il Federal Bureau of Prisons ha comunicato che la Papini è stata condannata a 18 mesi di carcere, dopo essersi dichiarata colpevole di due capi di imputazione e di trentacinque capi d’accusa. La donna ha ammesso di aver commesso frode postale e mentendo a un agente delle forze dell’ordine. Le accuse non derivavano dal fatto che avesse simulato il rapimento, ma piuttosto dalle bugie che aveva continuato a raccontare per anni.
Le menzogne
La Papini, madre di due figli, venne arrestata più di cinque anni dopo la sua scomparsa, avvenuta nel novembre 2016. Ricomparve tre settimane dopo, nel giorno del Ringraziamento, a circa 145 miglia a Sud dal luogo dove era scomparsa. Aveva una catena intorno alla vita, era emaciata e aveva un marchio sulla spalla che, secondo lei, era stato fatto dai suoi rapitori. Mentendo, aveva detto alle alle autorità che due donne ispaniche l’avevano rapita. La sua storia ha cominciato a svelarsi quando gli investigatori hanno trovato del dna maschile sui suoi vestiti. Una traccia che li ha portati al suo ex fidanzato, con il quale era rimasta mentre fingeva di essere scomparsa. L’ex compagno raccontò che la donna gli aveva chiesto di picchiarla, ma lui si era rifiutato. Accettò, invece, di aiutarla ad autoinfliggersi percosse con una mazza da hockey e di marchiarla su sua richiesta.