venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Intelligenza artificiale: a rischio 8,4 milioni di lavoratori. Granelli (Confartigianato): “IA governata dall’intelligenza artigiana”

l progredire dell’intelligenza artificiale genera più timori che certezze: sono 8,4 milioni i lavoratori italiani che rischiano nei prossimi anni di perdere il posto di lavoro. A evidenziarlo è un rapporto di Confartigianato che analizza il grado di esposizione all’IA del nostro mercato del lavoro.

Prospettiva italiana

In Italia, il 36,2%del totale degli occupati risentirà le conseguenze delle trasformazioni tecnologiche e dei processi di automazione. Seguono Germania e Francia rispettivamente al 43% e al 41,4%. Una percentuale, quella italiana, inferiore di 3,2 punti rispetto al 39,5% della media europea di lavoratori maggiormente esposti all’IA. Nel nostro Paese, il numero più alto di dipendenti in bilico si registra nel centro-nord, con in testa la Lombardia (35,2%) seguita dal Lazio (32%).

Attività a maggior rischio

Le professioni a rischio sono quelle di natura intellettuale e amministrativa, a cominciare dai tecnici dell’informazione e della comunicazione, dirigenti amministrativi e commerciali, specialisti delle scienze commerciali e dell’amministrazione, specialisti in scienze e ingegneria, dirigenti della pubblica amministrazione. Tra le attività che non hanno ragione di temere il progresso artificiale vi sono quelle con una componente manuale non standardizzata.

Le rilevazioni

Il rapporto sottolinea come l’intelligenza artificiale sia l’arma che le imprese stanno sfruttando per ottimizzare le proprie attività. Secondo la rilevazione di Confartigianato, l’espansione dell’intelligenza artificiale insidia il 25,4% dei lavoratori in ingresso nelle imprese nel 2022, pari 1,3 milioni di persone, mentre il 6,9% delle nostre piccole aziende utilizza robot, superando il 4,6% della media europea e, in particolare, doppiando il 3,5% della Germania. Inoltre, il 5,3% delle Pmi usa sistemi di intelligenza artificiale e il 13% prevede di effettuare nel prossimo futuro investimenti nell’applicazione dell’IA.

“Gestire, non temere, l’IA”

“L’Intelligenza Artificiale – riporta il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – è un mezzo, non è il fine. Non va temuta, ma va governata dall’intelligenza artigiana per farne uno strumento capace di esaltare la creatività e le competenze, inimitabili, dei nostri imprenditori. Non c’è robot o algoritmo che possano copiare il sapere artigiano e simulare l’anima dei prodotti e dei servizi belli e ben fatti che rendono unico nel mondo il made in Italy”.

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