giovedì, 21 Novembre, 2024
Energia

Ridurre i costi energetici con le risorse nazionali

I benefici per famiglie e imprese daranno un nuovo impulso all’economia

L’estate dei cittadini-automobilisti in vacanza e il dibattito politico fanno i conti in queste ore con il tema dei rincari energetici e in particolare con quelli del carburante.
Questione di grande impatto sociale ed economico che accende polemiche e dispute con il salire dei prezzi alla pompa. Rincari, va subito detto, che riguardano l’intera Europa e che sono frutto di tensioni geo politiche o di decisioni unilaterali come quella attuata dall’alleanza Opec +, (Arabia Saudita, Iraq, Iran, Kuwait e Venezuela), Paesi che immettono sul mercato il 40% della produzione globale di petrolio. Come è noto l’Arabia Saudita ha fatto un taglio della sua produzione di 1 milione di barili al giorno, annunciando che la riduzione proseguirà fino a settembre, inoltre la Russia ha annunciato un taglio della produzione di greggio di 300 mila barili al giorno. Le riduzioni, e non le impennate di consumi, hanno innescato sui mercati il rally dei prezzi del petrolio e il conseguente effetto domino sulle economie fino alle tasche degli automobilisti e dei consumatori che protestano e chiedono spiegazioni non solo finanziarie ma anche politiche. Per gli analisti internazionali? tuttavia, gli attuali rincari non saranno sostenibili perché nel frattempo molti Paesi, ad iniziare dagli Stati Uniti, prevedono un aumento delle produzioni nazionali.

Le risorse dell’Italia

In questo contesto e, per un’altra fonte energetica che per l’Italia riveste un ruolo strategico come il gas, da settembre riprenderanno le trivellazioni e l’estrazione dai giacimenti nazionali. L’annuncio – di un imminente decreto legge emanato dal Governo -, è stato fatto dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Gilberto Pichetto Fratin che ha spiegato come il futuro energetico italiano, avrà come protagonista anche il gas nazionale. Spiega Fratin. “I primi giorni di settembre, presento un decreto energia dove all’interno ci metterò tutta una serie di interventi vari che dobbiamo assolutamente fare per riordinare un po’ il quadro energia”.  Secondo la mappa del ministero, trivelle su terra sono concentrate in Lombardia ed Emilia-Romagna, poi ci sono quelle dislocate lungo l’Adriatico che sono al largo delle coste tra Venezia e Molise, oltre che a Brindisi.

Le stime delle risorse

Sono state fatte delle valutazioni circa la portata dei giacimenti nazionali che possono dare all’Italia qualcosa come 200 miliardi di metri cubi. Mentre altre aree come in quella al largo della costa di Chioggia c’è una “riserva vergine”, calcolata sui 40 miliardi di metri cubi di gas. Sulle estrazioni, come è noto, siamo in ritardo mentre la Croazia già attinge dall’Adriatico milioni di metri cubi di gas ogni giorno. Per l’Italia il beneficio economico dello sfruttamento dei beni nel sottosuolo viene valutato in tre miliardi. Cifra che potrà essere rimessa in circolo per calmierare il prezzo della bolletta energetica per famiglie e imprese.

Transizione, i nuovi fondi

Un notizia importante da segnalare viene inoltre illustrata da Valentino Valentini, vice ministro delle imprese e del Made in Italy che ricorda il lavoro di Massimo Bitonci sottosegretario al Ministero delle Imprese del Made in Italy che lavora al riordino degli incentivi con un obiettivo prioritario, quello di finanziare i progetti innovativi del Piano nazionale di ripresa relativi alla transizione ecologica. “Sul fronte degli investimenti per le imprese”, spiega Valentino Valentini, “saranno destinate risorse complessive per oltre 7.8 miliardi di cui 4-5 miliardi per il Piano di transizione 5.0; altri 1.5 miliardi per i crediti di imposta per produzione di energia da fonti rinnovabili; 2 miliardi per contratti di sviluppo e misure per la sostenibilità ambientale”. Tra energia nazionale e fondi per la Transizione ecologica l’Italia può aprire un nuovo capitolo per la sostenibilità e la sicurezza energetica. Con un impegno che deve essere preso dal Governo e dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che le risorse devono andare alle famiglie, alle imprese in particolare a quelle che assumono. Se le risorse saranno distribuite dal basso avremo la possibilità di un beneficio per tutti e, naturalmente, anche per lo Stato.

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