Roberto Colaninno, Presidente e Amministratore delegato di Piaggio, è morto oggi. Da pochi giorni aveva compiuto 80 anni. È stato di certo uno dei protagonisti indiscussi della storia industriale e finanziaria dell’Italia. Nato a Mantova nel 1923, il suo nome viene ricordato principalmente per i ruoli di vertice ricoperti in Olivetti, Telecom e Alitalia. La sua carriera di manager ha inizio in Fiaam Filter, azienda italiana di componenti per auto con sede a Mantova, di cui diviene Amministratore delegato. Nel 1981 fonda la Sogefi, società di componentistica meccanica, entrata ben presto nell’orbita della Cir di Carlo De Benedetti. Con l’8% Colaninno diventa quindi suo socio. Nel 1995 è Amministratore delegato di Olivetti.
L’avventura in Telecom
All’inizio del 1999 lancia una offerta pubblica di acquisto totalitaria su Telecom Italia, la più grande operazione di leveraged buyout mai realizzata in Italia. Come soci dell’operazione ha un gruppo di imprenditori-finanzieri del triangolo Brescia-Cremona-Mantova, soprannominato la razza padana dell’imprenditoria, guidati da Emilio Gnutti e riuniti nella società Hopa S.p.A. e in una finanziaria domiciliata in Lussemburgo di nome Bell. Nel luglio 2001 Colaninno si dimette perché in contrasto con l’azionista Bell, di cui non era socio, sulla decisione di vendere Telecom a Marco Tronchetti Provera e sulle strategie finanziarie di Bell rispetto a Telecom.
L’inizio alla Piaggio
Nel 2002 Colaninno acquista IMMSI (nata dallo scorporo degli immobili della Sirti, società della galassia Telecom operante nel settore delle reti telefoniche), società operante nel settore immobiliare, trasformata da Colaninno in una Holding di Partecipazioni Industriali e quotata in Borsa. Nel 2003 attraverso IMMSI acquista Piaggio, portata in Borsa nel 2006.
L’acquisto di Alitalia
Nel 2008 viene costituita, in seguito a una iniziativa di Silvio Berlusconi, una ʼNewCoʼ, la CAI – Compagnia Aerea Italiana, una società-veicolo che intende acquisire l’Alitalia dal bilancio in rosso, ma solo dopo aver provocato il fallimento pilotato della compagnia di bandiera pubblica. La società, presieduta dallo stesso Colaninno e formata, con la regia di Intesa Sanpaolo guidata all’epoca da Corrado Passera, da una ventina di imprenditori definiti patrioti da Berlusconi, riesce, dopo estenuanti trattative, a raggiungere un accordo con i sindacati confederali il 25 settembre 2008 e quindi il 12 dicembre 2008 firma con il commissario straordinario Augusto Fantozzi lʼatto di acquisto di Alitalia.
Imprenditore lungimirante
Per la deputata del gruppo Azione-Italia Viva-Renew Europe Elena Bonetti, Colaninno “è stato un uomo straordinario e un grande imprenditore, che ha guidato da protagonista lo sviluppo del nostro Paese. Per l’Italia e per noi mantovani è stato un riferimento costante, e ci mancherà tanto”. “Il nostro Paese oggi perde un imprenditore lungimirante e di grande visione. Colaninno è stato un protagonista assoluto dell’industria e dell’economia italiana”, le parole della senatrice Raffaella Paita.