venerdì, 22 Novembre, 2024
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Matrimoni, in Veneto la crisi post-Covid sembra un ricordo

Dopo lo stop legato al Covid, nel 2021 sono stati celebrati in Veneto 13.037 matrimoni, il 57,2% in più rispetto all’anno in cui è scoppiata la pandemia. Ma si tratta di un numero comunque inferiore rispetto al 2019, se ne sono celebrati 627 in meno (-4,6%). È quanto emerge dallʼelaborazione di Confartigianato Veneto sui dati Istat. La ripresa dei matrimoni è una buona notizia. Nella filiera infatti, sono coinvolte oltre 19mila imprese artigiane (a fine 2022) che operano in una trentina di settori che spaziano dalle agenzie matrimoniali, passando per stampa, fotografia e grafica, abbigliamento, calzature, accessori sino ai servizi di acconciatura estetica e di trasporto. Oltre 49 mila gli addetti. “Dopo il freno imposto nel 2020 dalla pandemia, stiamo vivendo una grande stagione per i matrimoni -afferma Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto-. Il 2021 è andato bene e, le stime del 2022, parlano di un ulteriore crescita del 4,8%. Bene quindi perché la filiera del wedding, delle unioni civili e delle cerimonie in genere, è un sistema complesso che mette insieme produttori di eccellenza del Made in Italy -soprattutto artigiane- e aziende commerciali, della ristorazione e di servizio. In totale, esclusa la ristorazione, si tratta di circa 19mila imprese artigiane che in Veneto danno lavoro a 49mila addetti e muovono un giro d’affari complessivo di oltre 228 milioni di euro all’anno (in base a quanto riporta il Libro Bianco del Matrimonio realizzato da Matrimonio.com che stima per il nord Italia un costo medio di 22.103 euro. In regione, nel solo 2021 (ultimo dato disponibile) sono stati celebrati 13.037 matrimoni. I 15 mesi di pandemia, però, hanno inferto un duro colpo a tutta la filiera”.

Acconciatura ed estetica

Dei 30 settori interessati dalle domande di beni e servizi per matrimoni, quello a incidere maggiormente sul totale della filiera è l’acconciatura e l’estetica che con 11.296 saloni rappresenta il 59,5%, mentre a contribuire in forma importante ci sono il settore della moda (abbigliamento, calzature intimo e gioielleria) con 3.557 aziende e un’incidenza del 19% circa e della grafica/fotografia con 2.058 attività (10,8%). “La ripresa c’è. Dopo gli anni difficili della pandemia, oggi il nostro settore può contare di nuovo sulle cerimonie, ma non c’è dubbio che siano cambiate le abitudini dei consumatori anche su questo fronte – spiega Boschetto-. Registriamo una maggiore cautela, una grande attenzione al prezzo e una propensione all’acquisto di pacchetti che comprendano più prodotti e servizi per la cerimonia, dall’abito all’acconciatura o al catering. Per le imprese artigiane questo cambiamento rappresenta una nuova sfida, ma non ho dubbi che riusciremo a coglierla puntando sul gioco di squadra”.

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