domenica, 8 Settembre, 2024
Politica

Governo del fare o del farò?

Meloni vuol segnare un cambio di passo rispetto ai governi del passato e caratterizzare il suo come un Esecutivo concreto che i problemi li affronta senza rinvii.

È una grande sfida che comporta anche decisioni impopolari e poco attente alle dinamiche elettorali.

Dopo la breve pausa che si è concessa, il Presidente del Consiglio dovrà rifare il punto nave dell’azione del suo Governo che si avvicina al giro di boa dei primi 12 mesi. Una messa a punto sui vari temi e un serrare le fila per evitare che da settembre il clima di campagna elettorale in vista delle europee del prossimo maggio possa dare spazio ad iniziative dei singoli partiti della maggioranza senza il coordinamento generale che spetta proprio al Presidente del Consiglio esercitare.

La presentazione prima della Nadef e poi della Legge di Bilancio e in seguito della legge sulla concorrenza saranno l’occasione per tradurre in numeri e provvedimenti la politica economica per il 2024. Non saranno passaggi facili.

L’anno scorso Meloni si è trovata, di fatto, i conti già delineati dal Governo Draghi. Stavolta tocca a lei definire la strategia della crescita che dovrà tener conto di dati positivi, ma contrastanti: tassi in crescita, inflazione che rallenta, produzione industriale che è un po’ in affanno, mentre l’occupazione aumenta, ma con giovani disoccupati ancora troppo numerosi e i salari con ridotto potere d’acquisto. Meloni dovrà tenere a bada il debito e il deficit e – secondo alcuni analisti – trovare circa 20 miliardi per far quadrare i conti. La legge sulla concorrenza sarà l’occasione per eliminare sacche di privilegi e aumentare la competitività del sistema Italia.

Dopo aver dedicato grande impegno sullo scacchiere internazionale riportando buoni risultati, Meloni dovrà concentrare la sua attenzione su molti temi di politica interna, a cominciare da quello del lavoro su cui gioca una partita delicata con le opposizioni. I suoi tentativi di dialogo per evitare lo scontro sul salario minimo sono molto importanti. Se riusciranno sarà disinnescato un pericoloso clima sociale che potrebbe surriscaldarsi tenendo conto dei 5 milioni di lavoratori con contratti scaduti e delle numerosissime famiglie sotto la soglia della povertà.

Se stavolta avremo un governo del fare e non più uno del farò che promette e rinvia decisioni, sarà un bene per tutti.

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