venerdì, 22 Novembre, 2024
Ambiente

Mari e i laghi, sale il rischio inquinamento da scarichi abusivi e acque non depurate

Non sono belle fotografie quelle scattate da ʼGoletta Verdeʼ e ʼGoletta dei Laghi 2023ʼ, le due campagne itineranti di Legambiente che monitorano lo stato di salute del mare e dei laghi italiani. Maladepurazione, scarichi abusivi, inquinamento e crisi climatica restano, dopo lo studio, la minaccia principale. Dal punto di vista numerico, su un totale di 387 campioni prelevati nelle acque marine e lacustri di tutta la Penisola, ben il 32% (124 su 387), è risultato oltre il limite di legge. A preoccupare maggiormente sono le foci dei fiumi, i canali e i corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago: qui l’inquinamento è più presente. Lostato generale della salute del mare è alquanto critico, con un punto oltre i limiti di legge ogni 78 km di costa. Nello specifico, su 262 punti campionati da Goletta Verde lungo la costa italiana, il 36% del mare è oltre i limiti di legge: il 30% è stato giudicato “fortemente inquinato”, mentre il 6% ha ricevuto un giudizio di “inquinato”. Preoccupa anche la scarsa informazione ai bagnanti che accedono alle coste. Solo nel 15% dei punti visitati dai volontari di Goletta verde è stato visto il cartello informativo sulla qualità delle acque obbligatorio per legge da molti anni ormai. Nel 73% delle foci analizzate non era presente nessun cartello che indicasse la criticità del punto e il conseguente divieto di balneazione.

Laghi da preservare

Su 125 punti campionati da Goletta dei laghi in 40 laghi, il 23% dei campioni è risultato oltre i limiti di legge (29 su 125). Cosi come per il mare, i prelievi sono stati fatti nel 48% dei casi (60 su 125) presso le foci di canali e corsi d’acqua sfocianti nelle acque lacustri e il 52% dei prelievi è stato eseguito a lago. Il 33% dei prelievi presso canali e corsi d’acqua è risultata oltre i limiti di legge contro il 14% dei prelievi effettuati nel lago.

Un commissario per la depurazione

Insomma, una situazione che non fa dormire sonni tranquilli al Presidente di Legambiente Stefano Ciafani, per il quale bisogna lavorare soprattutto sulla maladepurazione che resta un’emergenza cronica dellʼItalia e, oltre a minacciare mare, laghi e biodiversità, “costerà centinaia di milioni di euro nei prossimi anni, a causa del pagamento di multe che l’Europa non ci condonerà”. Il Presidente proprio per questo motivo si appella al governo Meloni affinché lavori a un piano nazionale per la depurazione nominando al più presto il nuovo commissario per la depurazione che oggi ancora non cʼé: “L’esecutivo fatica a dare risposte concrete a partire dal piano di adattamento al clima che deve essere ancora approvato e dalla creazione di un hub europeo, non del gas, ma delle rinnovabili che potrebbe trovare in Italia un modello a cui guardare, fondato in primis sullo sviluppo del fotovoltaico e dell’eolico, a terra e a mare”. Ciafani chiede anche di prevedere più risorse, perché i fondi specifici previsti dal Pnrr pari ai 600 milioni, “non sono sufficienti, come ha sottolineato anche la Commissione Europea”.

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