sabato, 23 Novembre, 2024
Politica

“Extraprofitti banche? Margini ingiusti. Rdc falsità. Salario minimo, si rischiano danni ai lavoratori”

Intervento a tutto campo del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni mentre le borse recuperano il martedì nero

Siamo intervenuti sui “margini ingiusti delle banche”. Così il Presidente del Consiglio Meloni ha scritto negli “appunti di Giorgia” e li ha raccontati sul suo canale facebook, ieri pomeriggio. Scandendo le parole, il premier, ha criticato i continui aumenti dei tassi da parte della Banca Centrale Europea e ha chiesto che “in questa situazione difficile”, che proprio l’aumento dei tassi ha creato, il sistema bancario “si comporti in maniera corretta”. Scorrettezza che è nei fatti perché le banche, almeno dal 2022, non hanno adeguato i tassi a favore dei correntisti e hanno approfittato della situazione. Per questo Meloni definisce questo margine di profitto come “ingiusto” e per questo si è sentita in dovere di far intervenire il Governo per poter recuperare risorse e aiutare “le famiglie e le imprese in difficoltà che non riescono neppure ad affrontare con serenità il pagamento della rata del mutuo della casa”.

Il premier: Rdc, dette falsità

E proprio sulle fasce deboli il premier si è anche soffermata sul Reddito di cittadinanza. “Si sono dette tante falsità” e ha spiegato di essere stata colpita da un dato; ci si aspettava che avrebbero perso il reddito 300mila persone, invece, alla prova dei fatti e sono 112mila. “Questo significa”, ha spiegato, “che molte persone hanno già cominciato a lavorare. Un po’ perché l’occupazione, ringraziando Dio, sta andando bene e un po’ forse anche perché queste persone sapevano che non avrebbero più potuto contare sul reddito e forse si sono cominciato a rimboccare le maniche, hanno cercato lavoro e lo hanno trovato”.

Lavoro, cresce l’occupazione

Il presidente del Consiglio ha snocciolato una serie di dati sull’occupazione, che va bene. A giugno abbiamo segnato “il nuovo record” del tasso di occupazione del 61,5% con un aumento di occupati da gennaio a oggi di 292.000 persone e che, da qui a settembre, si stima l’immissione al lavoro di poco meno di un milione e mezzo di persone. E il tasso di disoccupazione è sceso al 7,4, “ai minimi da 14 anni a questa parte.” Ne deduce il premier che “il dato davvero interessante è che dall’inizio dell’anno fino ad ora quelli che hanno trovato un lavoro sono molto di più di quello che hanno perso il Reddito di cittadinanza.” Dunque, ha dello il premier guardando dritto e fisso nella telecamera, che intanto zoommava agli occhi: “il Governo non intende tornare sui suoi passi perché il nostro grande obiettivo rimane passare dal reddito di cittadinanza al reddito da lavoro.”

Salario minimo, il confronto

Altro tema caldo sottolineato dal presidente del consiglio, quello del salario minimo perché in Italia “c’è un serio problema di livelli di salari bassi”. Mentre il “salario minimo” è solo un “titolo accattivante”. Ma, subito Meloni si è chiesta, retoricamente, rivolgendosi a chi insiste: “se è questa la soluzione perché non l’hanno introdotto quando erano al Governo?” Ha spiegato perché non ha accolto la proposta presentato finora, perché se si stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, inevitabilmente questa si collocherebbe nel mezzo. “Il paradosso”, ha aggiunto, “è che il salario minimo potrebbe rischiare di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo, con il risultato di peggiorare il Salario di molti più lavoratori di quelli ai quali lo migliorerebbe.”

Lotta alle mafie

Altro tema citato dal premier Giorgia Meloni quello delle intercettazioni e della lotta alle organizzazioni mafiose. “Abbiamo approvato una norma che evita ogni incertezza nei processi e che consente di impedire che processi aperti per reati che sono legati alla mafia finiscano nel nulla”. Della lotta alla droga e alle dipendente e ha chiesto agli italiani più risorse per questo dall’8×1000.

La borsa in recupero

Meloni ha parlato nel pomeriggio, dopo che anche la Borsa di Milano ha fatto registrare un recupero quasi a compensare completamente il crollo del martedì nero. Probabilmente è stato anche l’effetto immediato della pillola indorata dal Ministero dell’Economia che si era affrettato a spiegare che l’inserimento di un tetto all’imposta addizionale sugli extraprofitti delle banche non potrà superare lo 0,1% del totale attivo. Anche tutte le altre borse europee ne hanno preso atto e i titoli bancari hanno fortemente recuperato.

Banchieri, tra maxiutili e maxiperdite

Intanto i banchieri, almeno ufficialmente, continuano a tenere la bocca cucita, ma alcuni hanno già espresso il proprio parere. Altri l’avevano fatto prima ancora dell’annuncio del provvedimento.
Mario Alberto Pedranzini, ad esempio, consigliere delegato e direttore generale della Popolare di Sondrio, in un’intervista web a ClassCNBC ha detto testualmente: “siamo stati colti di sorpresa, l’impatto non è da poco, ma adesso dobbiamo, come abbiamo sempre fatto, guardare questo provvedimento con spirito costruttivo, in modo realistico.” Pedranzini, “sereno”, ha aggiunto che ora “abbiamo il dovere di assistere i risparmiatori”, ma anche “non dobbiamo demonizzare i margini delle banche”. Banche, che ha ricordato, vivono di cicli di “maxiutili” e di “maxiperdite”, come a dire che quando le vacche sono grasse non è che si possono uccidere per mangiare di più. Pedranzini ha anche ricordato che di recente gli istituti di credito hanno fatto molto per gli ecobonus, per il sostegno alle imprese, soprattutto quelle che esportano e per il supporto al comparto assicurativo, in un periodo di catastrofi naturali e di eventi estremi che si susseguono. Parole di Pedranzini: “l’arte del banchiere è l’arte di contemperare tutte le esigenze. Noi, di riffa e di raffa, siamo sempre in mezzo ai vari contesti”. Un bel modo per dire, noi faremo la nostra parte. Cosa che indirettamente confermano Mediobanca e Generali, in rispettivi report tecnici, per le quali gli impatti della tassa sono contenuti e si ta facendo “tanto rumore per nulla”.

Messina: combattere le disuguaglianze

E se certe dichiarazioni, all’impronta, hanno il loro valore, altrettanto possono averle quelle rilette o dette in prima dei fatti. Carlo Messina, banchiere “istituzionale”, ad del colosso Intesa Sanpaolo, già a maggio, sollecitato su una ipotesi di extratassa aveva risposto che le banche “devono svolgere il loro ruolo sociale”. Caso mai, aveva aggiunto, Messina “auspichiamo che questi prelievi aggiuntivi vengano utilizzati per far fronte alla maggiore emergenza sociale del Paese, quella della crescita delle disuguaglianze, adottando misure per chi si trova in maggiore difficoltà.”  Coma dire, non stiamo sulla Luna; nell’”attuale situazione osserveremo con rispetto ogni decisione presa dal Governo”. Rispetto evidente in questi giorni, durante i quali non è stata alimentata nessuna polemica. Non ha commentato neppure Andrea Orcel, ceo di Unicredit, un altro colosso bancario che alla stessa ipotesi di una extratassa aveva risposto girandoci un po’ più attorno: “noi continuiamo a spendere attraverso la nostra Fondazione. Per le famiglie che non riescono a pagare i mutui distanziamo i tempi di rimborso. Lo abbiamo fatto anche sulle imprese. E continuiamo ad investire sul Paese.” Insomma in un modo o nell’altro le famiglie e le imprese vanno aiutate altrimenti il Paese collassa. Infine l’Abi, l’Associazione delle banche italiane, attraverso il direttore generale Giovanni Sabatini, finora si è limitata a richiamare attenzione agli eventuali rischi di credit crunch.

Bankitalia: tassi dei mutui aumentati

Mentre la Federazione dei bancari, la Fabi, tramite il presidente Lando Maria Sileoni ha tenuto a dire che la tassazione sugli extraprofitti delle banche non è “un provvedimento antiliberale per un semplice motivo: gli extraprofitti sono stati ottenuti innalzando i tassi sui prestiti, a seguito degli interventi della Bce e lasciando invariati gli interessi sui depositi prossimi allo zero. Non penso che questo escamotage delle banche possa essere definito ‘attività d’impresa’ che, per sua natura, prevede un rischio che in questa circostanza non è esistito”. E mentre Sileoni si augurava che le somme ricavate dalla tassa “vengano utilizzate per aiutare i più deboli con iniziative concrete e trasparenti”, Banca d’Italia registra che da maggio a giugno i tassi di interesse sui prestiti erogati dalle banche per le abitazioni sono aumentati di 0,7 punti passando da 4,58 a 4.65.

I vicepremier Salvini e Tajani

Sul fronte politico c’è altrettanta cautela nonostante la miriade di dichiarazioni agostane. Il vicepremer e ministro Matteo Salvini ribadisce che la tassa serve a “redistribuire una piccola parte” di miliardi di utili che le banche, in quest’ultimo periodo, stanno facendo. “Credo sia opera economicamente e socialmente doverosa”, va dicendo spendendosi tra radio, tv e web. E ancora: “con il prelievo straordinario noi vorremmo confermare l’aumento degli stipendi e delle pensioni anche per l’anno prossimo”. “I soldi  arriveranno a chi ha un mutuo che sta aumentando in maniera spropositata per il tasso variabile e finiranno in legge di bilancio tra poche settimane per confermare il taglio delle tasse e l’aumento degli stipendi”. Anche l’altro vicepremier, Antonio Tajani, si sta spendendo per chiarire che il Governo non vuole azzannare nessuno e già da subito aveva comunicato che la tassa vale solo per un anno. E sempre per Forza Italia ieri è intervenuto a circoscrivere i fuochi anche il senatore Pierantonio Zanettin che porta come buona prova il rimbalzo delle borse, ha aggiunto che il provvedimento sarà “modulato” e ci sarà “un confronto con gli operatori” e che i soldi devono andare “alle giovani coppie che hanno fatto un investimento e che ora si trovano a sostenere rate molto alte”. Fuori dal coro, invece, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che non è convito del provvedimento e che al Governo Meloni ha dato del marxista: “Non è cosa da liberali, ma da marxisti”, ha detto. Provvedimento che, “forse andava pensata meglio e da liberali bisognerebbe avere più fiducia nel mercato e meno nella politica”.

I vicepremier Renzi e Conte

E con Totti fa il paio Matteo Renzi, leader di Italia Viva: “C’è che la premier è populista. Populista dentro”. Lo dice in un’intervista a Il Foglio: “alla vigilia del compleanno di Conte”, che cadeva l’altro ieri, ”Giorgia ha deciso di fare tre regali a ‘Giuseppi’: su salario minimo, tasse alla banche e intercettazioni”. Ma c’è anche altro da segnare sul calendario. E qui si scherza meno: “Perché alla vigilia di un autunno turbolento, con la norma insensata sugli extraprofitti bancari la premier si gioca la benevolenza dei mercati”, spiega Renzi.  Tutta “demagogia”, invece, per Benedetto Della Vedova di Più Europa perché “la toppa di Giorgetti, che ha tardivamente ridimensionato la portata della tassa non ha cancellato il danno” e il “castigamatti populista” di Salvini ha dato “un pessimo segnale agli investitori.” Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci del Pd e sindaco di Pesaro, ha detto che è “giusto chiedere ad un settore bancario, che sta vivendo una fase di profitti come non vedeva da anni, di utilizzare queste risorse per aiutare le fasce più deboli.” Ricci ha avuto più da ridire, invece, contro Salvini per il metodo: “hanno creato caos. La sua smania comunicativa dà l’idea di come all’interno del Governo ci sia una guerra comunicativa per salire sopra i singoli provvedimenti e attestarseli, senza rendersi conto dei danni che si fanno». Giuseppe Conte dei Cinque Stelle, invece, si attribuisce il copyright politico: “il Governo ha fatto il copia-incolla delle nostre proposte”, ha detto al Fatto quotidiano. Ha perso mesi nell’”immobilismo” e fatto pagare il ritardo ai cittadini aspettando così tanto a tassare l’extraprofitto, “conseguito grazie a circostanze eccezionali come pandemia, crisi energetica e guerra: dal settore farmaceutico a quello assicurativo passando per l’industria bellica.” Quei “profitti record” devono tornare alle famiglie e alle imprese che a quelle circostanze eccezionali hanno pagato dazio”.

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