Escono “insoddisfatti” dall’incontro col ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, i giovani delegati di Ultima Generazione: “fatti passi troppo piccoli”. Prevedibile, se si considera che mentre aRoma si cercava di aprire un dialogo, a Milano andava in scena un altro blitz con graffito che ha sfregiato la sommità della Galleria Vitorio Emanuele II, addirittura, con tanto di stella a cinque punte. E quindi, richiamo forte dal capo del dicastero dell’Ambiente: “smettere di imbrattare il patrimonio artistico nazionale”. Proposte e proteste, dunque.
No sussidi al fossile
Nell’incontro di ieri Ultima Generazione ha consegnato al ministro una proposta di legge, già sostenuta da Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, che a settembre dovrebbe arrivare in Parlamento. Ha poi chiestol’abolizione dei Sad (sussidi ambientalmente dannosi) alle aziende del fossile e un maggiore impegno del Governo per le agende ambientali. “Il governo ci protegga” ha detto il portavoce del movimento, Alessandro Berti, “da quella che non è più solo una crisi climatica ma è un problema sociale, economico e lavorativo”. Ma, in vista dell’incontro, sempre UG aveva mostrato poca fiducia dichiarando che “con questo Governo una vera transizione è impossibile, al di là delle intenzioni del ministro”, anche se ricordava che “nemmeno l’esecutivo Draghi o quelli precedenti avevano voluto imboccare la strada giusta”.
Pichetto Fratin, di ritorno dalla “sua Biella” – dove è riuscito a partecipare al 39esimo Congresso della Federazione dei Maestri sarti, “straordinaria eccellenza fatta di piccole e medie imprese” per le quali ha ribadito l’impegno a costruire un sistema che valorizzi “l’eco-innovazione” – ha cercato comunque “con realismo”, di aprire e mantenere un dialogo.
Fissare le priorità
Assieme a Berti, che si definisce “non un militante, ma cittadino disobbediente civile non violento”, la delegazione era composta da altre due attiviste. La quarta, Beatrice Pepe, non ha potuto partecipare perché ha un foglio di via obbligatorio; non può entrare a Roma per un anno per aver partecipato a un blocco stradale. Come lei tanti giovani che hanno partecipato a sit-in di blocco del traffico e imbrattamento di momumenti. I giovani hanno portato al ministro una visione di un futuro catastrofico. Per loro questo incontro è “una semplice data” che però si porta appresso “una montagna di preoccupazione, frustrazione, denunce e rabbia, ma anche amore e cura.” Sul tavolo del Ministero hanno lasciato un pacco di proteste per i ritardi nella ricostruzione post alluvione in Emilia-Romagna. Richieste di chiarimento sugli impegni italiani per la decarbonizzazione e rimostranze per la bocciatura da parte degli esperti del think tank indipendente Ecco Climate del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Questa, secondo loro, “sarebbe l’ultima occasione per fare qualcosa di coerente con quella che dovrebbe essere la priorità nelle agende politiche mondiali”. Ultima Generazione, infine, ha posto provocatoriamente anche una domanda personale al ministro, ovvero “cosa intende fare delle lacrime versate al Giffoni Festival” quando ha risposto, commosso, a una giovane che rivelava di soffrire di “ecoansia”.
Basta imbrattare monumenti
Dal canto suo il ministro ha promesso che si incontreranno ancora, ma solo se smetteranno di imbrattare monumenti. “Il senso di responsabilità”, aveva spiegato prima del confronto, oltre al dialogo “ci obbliga all’azione, senza seguire ideologie di sorta”. Aveva anche richiamato l’articolo 21 della Costituzione perchétutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero, però, ha aggiunto “questi ragazzi non possono ritenersi portatori della verità, soprattutto se rappresentano le loro idee col metodo della violenza”. Una “via stratta, ma obbligata” per Pichetto Fratin, e utile per non far cadere “la speranza di far loro comprendere che va immediatamente interrotta ogni azione volta ad aggredire i monumenti del nostro Paese. Un patrimonio storico e culturale che tutti devono impegnarsi a custodire e valorizzare. Non a danneggiare”.
Inanto il ministro, assieme al vicepremier Tajani, proprio ieri ha nominato il professor Francesco Corvaro Inviato Speciale per il Cambiamento climatico. Corvaro è professore associato in Fisica Tecnica Industriale presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche, e vanta competenze e pregressa esperienza nei settori della transizione energetica ed ecologica e del cambiamento climatico.Di