lunedì, 16 Dicembre, 2024
Politica

Chi crea disagi a Meloni

In 10 mesi di Governo, Giorgia Meloni finora non ha avuto alcun motivo per temere un’offensiva delle opposizioni. Innanzitutto perché sono molto divise e quando hanno trovato un’intesa – come sul salario minimo — non c’è stato un muro contro muro, ma una richiesta di dialogo.

Ma c’è di più. Le opposizioni su molti temi hanno votato in maniera difforme, come è successo di recente sull’importante delega per la riforma fiscale che ha ottenuto il si anche di Azione e Italia viva.

A questa relativa tranquillità sul fronte delle opposizioni si contrappone una discreta turbolenza che si agita all’interno della maggioranza. Si tratta, soprattutto, di una serie di intemperanze verbali che, improvvisamente, piovono sulla strada di Meloni e che le creano più di un imbarazzo.

Ministri che straparlano, commettendo marchiani errori di comunicazione, esponenti politici che per frenesia di post dimenticano di far parte di una coalizione. Poi ci sono personaggi pubblici vari che gravitano comunque nell’area del destra-centro e che parlano come se fossero privati cittadini che scambiamo umori con amici al bar o in circoli privati.

Giorgia Meloni mostra nervi saldi e non sbotta, anche se ne avrebbe molti motivi. Immaginiamo che si debba mordere spesso la lingua per evitare di rimbrottare pubblicamente chi con le sue parole in libertà crea disagi ad una politica che il Presidente del Consiglio ha finora condotto con abilità ed equilibrio accreditando l’immagine di una destra di governo affidabile, credibile con la testa rivolta al futuro e non al passato.

Ma a lungo andare questo stillicidio di fastidi che provengono dall’interno della maggioranza potrebbe creare seri problemi al Governo e mettere il bastone tra le ruote al delicato lavoro di Meloni che si presenta come attento al “fare” più che al parlare. Insomma se ministri, esponenti politici e personaggi della destra vogliono davvero dare una mano al Governo sarebbe meglio se riservassero le loro esternazioni a temi di loro competenza, dopo averne concordato i contenuti con Palazzo Chigi e magari facendosi ben consigliare da esperti di comunicazione per non essere costretti ogni volta fare precisazioni, smentite e conseguenti figure barbine.

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