“Confermata la validità dell’impostazione del Governo”. Il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e per il Pnrr, Raffaele Fitto, sfodera sicurezza e tira un sospiro di sollievo, la pratica del Piano nazionale di ripresa passa sul tavolo dei tecnici di Bruxelles. Il ministro ieri in due diverse riunioni ha incontrato i Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome, i rappresentanti di Anci e Upi e i Sindaci delle Città Metropolitane. All’ordine del giorno la bozza di revisione del Pnrr trasmessa, proprio ieri, formalmente alla Commissione Europea. Il Ministro ha confermato che “nessun intervento sarà definanziato e che tutte le opere continueranno ad essere realizzate senza nessuna interruzione”, in quanto la proposta trasmessa alla Commissione dovrà essere esaminata e solo dopo la sua approvazione si provvederà alla sostituzione della fonte di finanziamento. “Il nostro incontro”, ha detto il ministro, “conferma la validità dell’impostazione del Governo finalizzata ad ascoltare e confrontarsi con le Regioni, i comuni e tutti i soggetti attuatori assicurando un confronto costante per individuare le più opportune soluzioni in grado di assicurare la piena realizzazione del Pnrr”.
Sarà l’Europa a decidere
Alla Commissione europea è stato proposto di rivedere 144 investimenti e riforme relative alle sei aree tematiche del Piano. La richiesta dell’Italia di modificare il proprio Piano si basa principalmente sulla necessità di tenere conto delle nuove situazioni economiche globali, come l’alta inflazione e i vincoli della catena di approvvigionamento. Da oggi la Commissione valuterà se il piano modificato soddisfa ancora i criteri di valutazione delineati nel Regolamento Recovery. Se la valutazione della Commissione è positiva, essa presenterà una proposta di decisione di esecuzione del Consiglio europeo, che avrà quindi fino a quattro settimane di tempo per approvare la valutazione della Commissione.
Progetti e 16 miliardi
Quanto all’incontro con i massimi rappresentanti degli enti locali, il ministro ha ribadito che il Governo troverà i 16 milardi per salvare i progetti tagliati fuori dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Fitto ha anche più volte spiegato che la scelta di far scendere dal treno del Pnrr quei 16 miliardi di progetti è stata “lungimirante”. Se fossero rimasti dentro al Recovery, avrebbero dovuto rispettare una scadenza perentoria: giugno 2026. Mancato quel traguardo, l’Italia avrebbe perso definitivamente i fondi. Infine il richiamo alla capacità di spesa dei fondi europei da parte di Comuni e Regioni visto che i dati della programmazione dei fondi di coesione 2014-2020: solo il 34,4% delle risorse è stato messo a terra; un euro su tre.
La disputa dei Governatori
Antonio Misani, senatore del Partito democratico, ha accusato il governo di “colpire pesantemente comuni e enti locali.” “E’ un taglio”, ha detto il sanatore, “che ha ricadute molto pesanti per il Mezzogiorno e per la Campania, che hanno costruito nel piano un volano di possibile ripartenza e però affrontano ora le scelte penalizzanti dal Governo”. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, scrive su twitter: “continuano ad arrivare promesse agli enti locali dopo i tagli del progetti al Pnrr: ‘diremo, faremo, vedremo’. A noi sindaci non piacciono questi giochi di prestigio. Vogliamo vedere più atti concreti e meno parole al vento”. Per i 5Stelle, parla il vice presidente della Camera, Sergio Costa, secondo il quale “Comuni e Città Metropolitane rischiano di perdere 13,5 miliardi di fondi. Per quanto riguarda il solo comune di Napoli, quello più penalizzato dal colpo di spugna del Governo, verrebbero tagliati progetti per 824,8 milioni, a Roma oltre 718 milioni e Torino poco più di 493 milioni”. Per il governatore pugliese, e vice presidente della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano “dobbiamo avere la certezza che queste rimodulazioni abbiano un senso. Per esempio”, ha aggiunto, “nella mia regione non ha senso il taglio delle misure sul dissesto idrogeologico, perché le gare sono tutte pronte e finanziabili. E non ha senso neppure tagliare la decarbonizzazione dell’ex Ilva”.
I governatori di Liguria e Veneto hanno ringraziato il ministro “per la riunione tempestiva”. Per Giovanni Toti è “l’inizio di un percorso di confronto più complessivo su tutti i fondi europei attraverso la Conferenza delle Regioni. Questa”, ha aggiunto, “è una metodologia che avremmo dovuto adottare fin dal governo Conte anche sul Pnrr con la condivisione dei progetti su base regionale e con un’assunzione di responsabilità da parte delle Regioni anche sul monitoraggio”. Mentre Luca Zaia ha ricordato a tutti che ”Il Pnrr è un treno che l’Italia – e con lei tutte le Regioni – non può perdere. Per un fatto economico: queste risorse servono a molti progetti. Ma anche per un fattore d’immagine: Il Paese nella spesa dei fondi deve dimostrare di saper mettere a terra efficienza e organizzazione.” Zaia ha anche raccomandato “grande attenzione ai comuni” e per quanto riguarda il Veneto”, ha concluso, “siamo pronti a fare la nostra parte anche per nuovi sviluppi su digitalizzazione, mobilità e salute”.