giovedì, 4 Luglio, 2024
Regioni

Acqua “alticcia” fuori stagione a Venezia. In piazza San Marco scatta l’allarme

Mose attivo solo a 1.10 mt. Salvini deve attivare l’Autorità per la laguna

Non è altissima, ma è eccezionale perché è fuori stagione. Acqua alta agostana a Venezia, dove i turisti, ieri, hanno sguazzato con o senza gli stivali in piazza San Marco, ma dove i negozianti hanno avuto molto da ridire, ora che c’è il Mose. A Punta della Salute, dove si misura l’altezza del mare in laguna, si sono toccati i 102 centimetri. Tanto basta per riempire d’acqua la piazza più famosa del mondo e fare felici soprattutto le famiglie con bambini in vacanza. Ma non basta per attivare il sollevamento del Mose.
Quello che, di solito, accade tra autunno e inverno, ieri è accaduto in piena estate e ha creato qualche disagio.

Il protocollo di attivazione

Il Mose non è stato attivato perché il nuovo protocollo di intervento prevede che la marea debba essere almeno di 110 centimetri. L’asticella viene periodicamente alzata o abbassata tenendo conto di tanti parametri; gli anni scorsi era stata fissata a 130 e poi abbassata. Ma di fatto la città aveva chiesto che fosse sempre messa al riparo. Soprattutto i commercianti che hanno i negozi, bar e esercizi pubblici ad altezza strada. Ieri non sono state predisposte neppure le passerelle che, generalmente, smettono di entrare in servizio dal primo maggio a metà settembre.
La (relativa) sorpresa ha movimentano gli animi: turisti che non volevano bagnarsi si sono mossi in modo affrettato per cercare calli asciutte.

L’iniziativa dei commercianti

I negozianti sono stati costretti a fronteggiare l’acqua e gestire il plateatico pieno di sedie e tavolini. Claudio Vernier, presidente dell’associazione dei commercianti di piazza San Marco, ha protestato parlando con i quotidiani locali e dicendo che “si è creata una situazione pericolosa e completamente non gestita. Si sapeva benissimo che ci sarebbe stata l’acqua alta”. I turisti che non volevano bagnarsi hanno congestionato l’area del Museo Correr, che è la più alta della piazza. Alcuni sono saliti sulle sedie dei bar e sono scattati litigi con i camerieri. I vigili urbani della piazza sono intervenuti più volte, su più fronti, soprattutto nella zona del sotoportego di Bacino Orseolo e sotto i portici tra la Marciana e piazzetta San Marco. Un certo nervosismo, insomma, salito come saliva l’acqua, soprattutto perché, da quando c’è il Mose, tutti si attendono che la città resti sempre all’asciutto. Cosa impossibile perché, oltre i costi di ogni sollevamento (circa 300mila euro) chiudere troppe volte le barriere ha conseguenze nefaste sull’habitat lagunare.

I disagi per gli imbarcaderi

Altri disagi si sono verificati a seguito delle sospensioni del servizio traghetti per il fatto che gli imbarcaderi sono finiti sotto acqua.
Appare paradossale che nella nuova epoca, aperta dall’entrata in funzione del Mose, gli stivali, a Venezia, ancora non si riesce ad archiviarli definitivamete.
Movimentare le 78 paratoie del Mose non è gratis e, finora, è stato fissato un minimo per poter dare il via al sollevamento. Questo valore minimo è di 110 centimetri e dunque tutta l’acqua che resta sotto questa misura non viene fermata. Ma così alcune zone di Venezia finiscono comunque all’ammollo perché sono ad un’altezza dal pelo dell’acqua inferiore ai 110 centimetri. Una di queste è piazza San Marco che, tra l’altro, è l’area più frequentata dai turisti.

Il vertice del Mose

Oggi il Mose è gestito dalla commissaria “sblocca-cantieri”, Elisabetta Spitz, che è rimasta al comando in attesa di un’altra attivazione, questa volta di tipo istituzionale: l’Autorità per la laguna di Venezia, che deve occuparsi non solo della gestione del Mose, ma anche dell’intero habitat lagunare. Istituita esattamente tre anni fa – con un decreto d’urgenza – e non ancora attivata perché i ministri del MIT che si sono susseguiti; De Micheli e Giovannini, finora, non hanno trovato la persona adeguata al ruolo. Nel frattempo anche il Consorzio Venezia Nuova, che ha costruito la barriera, è ancora in piedi quando avrebbe dovuto essere messo in liquidazione dopo lo scandalo delle tangenti e la successiva amministrazione straordinaria da parte dei commissari dell’Anticorruzione e della Prefettura di Roma

Le decisioni sul Cda

Ora il CVN è guidato da un commercialista, il “commissario liquidatore” Massimo Miani, anch’egli lì dal 2020. Sia Spitz che Miani sono stati scelti dall’allora ministra del Ministero delle Infrastrutture Paola De Micheli del Pd.La decisione ora spetta al ministro Salvini che a giugno, durante una visita a Venezia, ha promesso l’attivazione a breve dell’Autorità per la laguna.

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