venerdì, 15 Novembre, 2024
Società

Il ritorno dei Giochi della Gioventù

Abodi: “Aggiungere l’insegnamento dello sport nella Costituzione“

Erano stati pensati e istituiti nel 1968, in piena contestazione giovanile. In un ventennio diventarono la più grande manifestazione di massa dello sport italiano. Cancellati nel 1996, riesumati nel 2007 e riabbandonati nel 2017. Ora tornano a rivivere i mitici Giochi della Gioventù. Il decreto legge che li re-istituisce è passato con voto unanime in commissione al Senato. Si vuole recuperare così “l’attività sportiva in ambito scolastico” e aiutare i giovani, attraverso lo sport, a coltivare maggiori sensibilità nei rapporti sociali. Sono impegnati a portare avanti il decreto e sostenerlo direttamente i ministri Valditara, Abodi, Schillaci, Locatelli, Lollobrigida e Picchetto Fratin, a dimostrazione della volontà del Governo di tentare di far partire i Giochi già dal prossimo anno scolastico.

Sinergia istituzionale

I ministeri, con anche gli enti locali, dovranno promuovere e sostenerne l’organizzazione nelle scuole perché diventi uno strumento di “inclusione e contrasto a ogni forma di discriminazione”, garantire la piena partecipazione alle alunne e agli alunni con disabilità, e favorire “l’integrazione sociale”. L’attività fisica e sportiva dovrà essere intesa come strumento di prevenzione delle malattie, di promozione del benessere e di coretti stili di vita. I giochi come veicolo per la “promozione della corretta alimentazione” e anche dell’educazione ambientale e civica. Sono questi gli indirizzi generali di un protocollo sottoscritto da tutti i ministri impegnati nell’iniziativa.

Chi parteciperà

I giochi saranno riservati alla scuola primaria (per le classi quarte e quinte) e secondaria di primo grado.

Nel Comitato che se ne occuperà dovranno essere presenti anche un rappresentante del Coni e uno del Cip. “I Giochi della gioventù”, ha spiegato il Ministro dell’Istruzione Valditara, “sono una vera e propria istituzione e fanno parte a pieno titolo della tradizione scolastica italiana. In sinergia con gli altri ministri abbiamo pensato a una nuova versione dei Giochi che comprenda al suo interno, tra gli altri, i temi della scuola, dello sport, dell’alimentazione sana, del rispetto dell’ambiente e del valore dell’inclusione”.

Sport non solo sport

Nel progetto si sottolinea come lo sport sia veicolo per tanti altri contenuti, ha praticamente fatto eco il ministro Andrea Abodi: “sarà l’occasione per diffondere e condividere una serie di contenuti utili per la vita, per dare un contributo civico a studentesse e studenti: l’educazione, l’alimentazione, la salute, l’ambiente, la disabilità, le pari opportunità, la cultura dei luoghi e nei luoghi.” “Tutto ciò assume un ulteriore valore”, annuncia Abodi, “soprattutto ora che stiamo per raggiungere un obiettivo fondamentale con l’inserimento dello Sport nella Costituzione, che sono certo ispirerà l’azione del Governo e del Parlamento per rafforzare la presenza dello sport attivo nella comunità nazionale partendo dalle persone e dai luoghi socialmente più in difficoltà”.

Veicolo di esperienze

I prossimi Giochi della Gioventù si annunciano carichi di messaggi e di esperienze collaterali. Sicuramente più avvincenti, ma sicuramente diversi dalle prime edizioni quando le gare furono giocate nelle piazze e nelle strade o in impianti di fortuna e negli oratori. Arrivare a giocare la finale in un “vero” campo sportivo significava già aver vinto alla grande. L’idea fu di Giulio Onesti, presidente del Coni dal dopoguerra al 1978. Alla fase finale della prima edizione partecipano 4.118 giovani, in rappresentanza di 5.509 comuni, usciti da una base di 2.400.000 partecipanti alle fasi locali e dai 597.482 concorrenti delle fasi provinciali.  Da giochi, quasi di strada, l’iniziativa crebbe a tal punto che già nel 1971 vide la partecipazione di un milione e mezzo di studenti e studentesse. Negli anni si burocratizzarono e furono contestati dagli insegnanti di ginnastica e quindi smessi alla metà degli anni novanta. Poi è andato perduto l’entusiasmo degli inizi. Ora che ritorneranno si riapre la sfida di affiancare alla migliore disponibilità di impianti sportivi, la capacità di accendere nuovi entusiasmi nei giovani e anche negli insegnanti e nelle famiglie. 

Medicina dello sport 

Intanto c’è da registrare il commento di Attilio Turchetta, responsabile di medicina dello sport all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e referente della Società Italiana di Pediatria per lo Sport. “Siamo il peggior Paese Ocse per la pratica dello sport in età pediatrica secondo le linee guida Oms”, osserva Turchetta,  “Gli ostacoli sono di ordine culturale – il 27% degli italiani non pratica sport perché non è interessato, 7 bambini su 10 sono sedentari se lo sono i genitori; di ordine economico – perché l’Italia è il 16esimo paese in UE per spesa pubblica dedicata allo sport e, infine, di ordine infrastrutturale – poiché abbiamo solo 131 impianti sportivi ogni 100 mila abitanti e 6 edifici scolastici su 10 non hanno palestra. Ripristinando i Giochi della Gioventù sarebbe possibile un’immediata capillarizzazione dell’offerta sportiva, che potrebbe arrivare a tutti gli 8000 Comuni del nostro Paese”.

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