sabato, 16 Novembre, 2024
Società

Appalti, a luglio crollo dei contratti

Busia (Anac): Frenata per l’applicazione del nuovo Codice

Il Codice degli appalti, in attuazione dal 1° luglio scorso, ha avuto l’effetto di far crollare il numero e il valore dei contratti pubblici? Il dubbio viene a leggere il dato del crollo mensile del numero degli appalti del mese di luglio che l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) ha appena divulgato. Nel mese scorso, dunque, la somma degli importi delle forniture avviate ammonta a circa un quarto di quella di giugno, mentre per i servizi cala a poco più di un quinto e per i lavori a un settimo. Anche la quantità di contratti sottoscritti, informa l’Autorità, è più che dimezzata, tenendo conto anche delle richieste non ancora perfezionate. I motivi possono essere più di uno: la nuova normativa che prevede che tutte le stazioni appaltanti debbano “abilitarsi” all’Anac (dimostrando la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge) per vedersi assegnato un Cig, Codice identificativo gara, la sequenza alfanumerica che permette di affidare una commessa in modo “tracciato”.

Appalti, numeri a confronto

Al momento dell’entrata in vigore, però, delle circa 26mila stazioni italiane avevano inviato le domande solo 2.404: di queste solo 1.571 erano state “qualificate”, mentre altre 286 lo erano state ma con riserva. Il crollo potrebbe dipendere anche dallo stop ai bonus e superbonus, dall’attesa della messa a terra del Pnrr e dalla necessità di fare formazione sulle nuove regole sia ai funzionari pubblici che agli operatori delle imprese. Quanto allo scarto tra gli ultimi due mesi: il numero degli appalti in totale (forniture, lavori e servizi) sono stati 65.384 a giugno e 26.787 a luglio. Stando così le cose, con in mezzo le vacanze estive e le chiusure degli uffici pubblici, è probabile che nel mese di agosto l’andamento sarà anche peggio.

 Il test dell’Anticorruzione

 In questo modo l’Anticorruzione ha tentato di testare a caldo gli effetti dell’entrata in vigore del nuovo Codice, ma i dati non sono comparabili agli anni scorsi per è la prima volta che vengono divulgati dati su base mensile. Da anni, di regola, i rapporti sul numero degli appalti pubblici sono quadrimestrali perché universalmente ritenuti più attendibili per conoscere i trend reali.

 Busia: frenata? È solo un mese

 A commentare le cifre ma anche a cercare di tranquillizzare, arriva l’interpretazione dello stesso presidente dell’Anticorruzione, Giuseppe Busia, quando scrive che “pur considerando che si tratta solo del primo mese, e che il fenomeno dovrà essere osservato su un periodo più lungo, non si può negare che a trenta giorni dalla prima applicazione del Codice, si registri una frenata.” E’ un andamento “in parte fisiologico”, ma bisogna “lavorare a fianco delle stazioni appaltanti per aiutarle e supportarle”. Poi, però, parte anche un rimprovero quando sottolinea che “purtroppo pesa in particolare il fatto che non si sia investito sufficientemente per rafforzare le stazioni appaltanti, qualificandole adeguatamente, anche attraverso l’assunzione di nuovi funzionari capaci di applicare in modo corretto le nuove regole. Ce ne rendiamo conto anche misurando il processo di qualificazione, dove il numero delle stazioni appaltanti qualificate sta aumentando, ma a un ritmo molto più lento”.

 La storia del nuovo Codice

 Il nuovo Codice è stato approvato il 29 marzo scorso, è attivo dal primo luglio ed entrerà pienamente in vigore dal 31 dicembre prossimo. Per ora resta da riportare che proprio ieri, al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, nell’ambito della riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, dopo la conversione definitiva del Parlamento del Decreto legge 75, è nato il Dipartimento per le opere pubbliche e le politiche abitative che, tra l’altro, si occuperà della sorveglianza sulle grandi opere e dell’attuazione del nuovo Codice degli Appalti così da garantire il massimo supporto a enti e imprese. “Testimonianza”, dice il ministro Salvini, “della necessità di rendere l’apparato più funzionale ai crescenti impegni e rispondere all’esigenza di assicurare l’efficiente e puntuale raggiungimento di fondamentali obiettivi infrastrutturali e di trasporto”.

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