La Cyberspace Administration of China (CAC), censore nazionale di internet della Repubblica popolare cinese, ha chiesto ai produttori di dispositivi, sistemi operativi, app e app store di introdurre nei programmi software la ‘modalità minore’, per imporre limiti di tempo prestabiliti ai minori. “Dobbiamo frenare la dipendenza online” ha dichiarato il CAC. Le linee guida riguardano i dispositivi elettronici che dovranno essere impostati dai produttori in base all’età; i minori in Cina useranno lo smartphone solo due ore al giorno, gli utenti tra i 16 e i 18 anni potranno utilizzare il proprio telefono cellulare due ore, i ragazzi sotto i 16 un’ora al giorno e i bambini fino agli 8 anni adopereranno lo smartphone appena quaranta minuti al dì. Inoltre, di notte saranno attive solo le chiamate di emergenza e le app approvate dal nuovo regolamento e sugli schermi dei telefoni appariranno anche messaggi ‘pop-up’ per ricordare ai bambini di spegnere i dispositivi dopo 30 minuti di utilizzo.
Crollo dei prezzi
La decisione del governo ha fatto crollare nell’immediato i prezzi delle azioni delle grandi società tecnologiche del Paese; a esempio, quelle di Tecent sono scese del 3%, di Bilibili del 7% e il gruppo cinese di e-commerce Alibaba è sceso del 3%. Dietro tale decisione c’è dunque la volontà di frenare la dipendenza dei minori online, come spiegato: “Per rafforzare efficacemente la protezione online dei minori, negli ultimi anni il CAC ha spinto per l’istituzione di una modalità giovanile sulle piattaforme Internet, ampliandone la copertura, ottimizzando le funzioni e arricchendola con contenuti adeguati all’età” ha asserito un portavoce della Cyberspace of China. Inoltre, il CAC ha affermato: “Le bozze delle linee guida sono aperte al feedback pubblico fino al 2 settembre”; la data dell’entrata in vigore delle suddette regole sarà comunicata successivamente. Non è la prima volta che la Repubblica cinese impone una stretta ai minori sull’utilizzo degli smartphone, infatti, questa decisione arriva due anni dopo le limitazioni sui videogiochi per i bambini; nel 2021 il CAC aveva imposto il limite di tre ore a settimana per frenare la dipendenza giovanile dai videogiochi, anche in quel caso la mossa aveva messo in difficoltà le società di giochi cinesi che si erano rivolte al mercato estero collaborando con produttori stranieri per resistere nonostante le restrizioni.