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Sanità, 1.600 aggressioni l’anno al personale. Piantedosi e Schillaci: pronti a ripristinare i presidi di polizia

domenica, 30 Luglio 2023
1 minuto di lettura

Un’indagine Inail sulle minacce e aggressioni agli infermieri, al personale socio-sanitario e medico rivela che sono oltre 1.600 l’anno.
E’ una media di più di 4 casi al giorno e nel 71% dei casi l’aggressione è nei confronti di donne.
Pene più severe Dunque si aumentano i presidi di polizia negli ospedali e pronto soccorsi. “Penso sia il deterrente migliore”, dice il ministro della Salute, Orazio Schillaci che si coordinerà con il collega
dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Abbiamo inasprito le pene”, spiega Schillaci, “ma non è sufficiente. È un problema culturale. Bisogna far capire che i medici e gli operatori sanitari stanno in ospedale e al
pronto soccorso per prendersi cura delle persone”. Piantedosi, dal canto suo, si dice immediatamente disponibile: “E’ un obiettivo del governo, del ministero dell’Interno portare presidi di polizia in tutti i luoghi dove si trova la maggiore concentrazione di persone, fra queste i pronto soccorso”. Il ministro ha anche aggiunto che negli ultimi mesi sono stati ripristinati già 189 presidi.

Deterrenza e prevenzione L’implementazione è in una “fase molto avanzata”, sarà portata avanti “in parallelo con l’implementazione degli organici che stiamo attuando”. Positivo il commento della Fnomceo
(Federazione degli ordini dei medici): “Apprezziamo l’impegno del ministro della Salute e il subitaneo intervento del ministro dell’Interno per implementare i presidi di polizia negli ospedali e nei
pronto soccorso”, sottolinea il presidente, Filippo Anelli, “Si tratta di un efficace deterrente alle aggressioni contro il personale, che stanno purtroppo diventando sempre più gravi e frequenti”. Fnomceo ricorda di aver chiesto da tempo questo un provvedimento accogliendo, dunque, “con favore la risposta dell’attuale Esecutivo, che ha ancora una volta dimostrato la sua sensibilità alla tematica”. “Certo la violenza”, conclude Anelli, “non si risolve solo con i presidi, ma questi costituiscono un importante tassello per la loro funzione di deterrenza e prevenzione”.

Infermieri ed educatori Tra le professioni che maggiormente subiscono un’aggressione ci sono gli infermieri e gli educatori impegnati con tossicodipendenti e alcolisti; seguono gli operatori socio-sanitari (29%) e a distanza i medici (3%). Tra i problemi che possono generare tensioni tra personale sanitario e cittadini c’è anche la carenza di personale, che costringe ad attese più lunghe negli ospedali. A questo proposito potrebbe aiutare l’aumento del numero dei medici specialisti da formare per l’anno accademico 2022/23, pari a 2.445 unità di medici specialisti, varato dalla Conferenza Stato-Regioni.

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