sabato, 21 Dicembre, 2024
Lavoro

Professionisti non ordinistici, crescita con poche tutele. Confcommercio: garantire sostegni e autonomia

Sono oltre 1 milione e 402 mila i liberi professionisti in Italia, pari al 6,2% degli occupati complessivi e in crescita del 24,2% tra il 2008 il 2018. Tra questi si contano i professionisti non ordinistici; circa 444 mila persone che operano per la quasi totalità nel settore dei servizi (98,2%) e che si dimostrano il segmento più dinamico dell’occupazione.

Inclusione necessaria

Oltre metà svolge attività scientifiche e tecniche specializzate e ha titoli di studio elevati. Si stima che i non regolamentati siano oltre 200 mila tra gli altri: guide turistiche, amministratori di condominio, fisioterapisti, oftalmologi, podologi, pedagogisti, psicomotricisti, optometristi, geofisici, progettisti architettura d’interni, fotografi, professionisti Ict, consulenti di management, wellness coach, wedding planner.

Redditi tra alti e bassi

Il 2023 coincide sia con il decennale della “Legge 4 del 14 gennaio 2013” – Disposizioni in materia di professioni non organizzate (entrata in vigore l’11 febbraio 2013 ma rimasta priva di decreti attuativi fino al 2018) – sia con l’Anno Europeo delle Competenze. Per fare il punto della situazione l’Ufficio Studi di Confcommercio ha svolto un’indagine sull’andamento di questo ambito professionale e rilevato che in questi dieci anni il reddito compressivo generato dalle professioni non ordinistiche è aumentato del 30%, per un valore assoluto di 6,3 miliardi di euro, ma nello stesso periodo, è diminuito del 22,6% il reddito medio pro capite, sceso a 16 mila 600 euro l’anno.

Appello alla Meloni

“C’è bisogno di politiche su misura per il lavoro autonomo professionale che, come emerge dalla nostra ricerca, può continuare a creare nuova occupazione”, osserva Anna Rita Fioroni, presidente di Confcommercio Professioni che ha chiesto l’intervento del Governo Meloni.
“I professionisti sono il settore più dinamico dell’occupazione perché hanno un ruolo centrale e crescente con il crescere del peso dei servizi”, aggiunge Fioroni, “devono quindi essere inclusi nelle misure di sostegno ed incentivazione per la competitività. Dato che le nuove figure professionali sono al centro dei cambiamenti nel mercato del lavoro, occorrono interventi strutturali per garantire nuove tutele e favorire la scelta di autonomia”.

Le tutele necessarie

Le richieste al governo sono puntuali e strutturate: indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro), politiche attive per l’aggiornamento e la riqualificazione professionale, estensione del “programma Gol” che sostiene l’occupabilità di chi ha chiuso la partita Iva e ha difficoltà lavorative. Equo compenso e incentivazione dell’adesione alle forme di sanità integrativa dei professionisti iscritti alla gestione separata Inps. Confcommercio, già di propria iniziativa, ha promosso l’apertura del fondo pensione Fon.te. per assicurare anche ai lavoratori autonomi coperture previdenziali integrative. Infine, in virtù del principio costituzionale di uguaglianza, questi professionisti dovrebbero essere destinatari di misure per il sostegno alla genitorialità, al pari dei tutti gli altri lavoratori, e per Giorgio Berloffa, presidente di Assoprofessioni, “appare opportuno risolvere un’ulteriore lacuna”: poter ottenere l’esenzione dalle spese di giustizia per il recupero dei crediti.

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