Giorgia Meloni sta ottenendo in politica estera risultati notevoli che nessuno immaginava un anno fa. Oggi al suo medagliere aggiungerà il riconoscimento pieno degli Stati Uniti che sancisce il rapporto speciale che lega l’Italia a Washington e che oggi vale più che in passato. A parte il Regno Unito, in Europa gli Usa non hanno alleati di cui possano fidarsi al 100%. Sono note le ruggini con la Francia, soprattutto dopo lo schiaffo incassato da Parigi per l’esclusione dall’alleanza AUKUS tra Usa, UK e Australia.
E che dire delle incertezze della Germania che ha dovuto scoprire con la guerra in Ucraina che i consigli americani a non fidarsi troppo di Putin erano saggi.
L’Italia, prima con Draghi ora con Meloni, è l’unica grande potenza europea che tiene la barra dritta, che non ha esitazioni o oscillazioni nell’adesione piena allo spirito atlantico.
Ma durante il governo Conte-Salvini, Roma era stata parecchio lontana dagli Stati Uniti. Sbilanciata verso la Russia, con la Lega legata al partito di Putin, e ciecamente affascinata dalla Cina col sostegno di Conte e Di Maio al progetto di nuova Via della seta, pilastro della strategia espansionistica di Xi Jinping.
Fu un errore madornale. L’Italia è ancora l’unico Paese del G7 che ha firmato un memorandum con Pechino che scade a fine anno. Meloni non ha mai avuto simpatia per questa scelta superficiale e poco responsabile di Conte e Di Maio. Toccherà a lei dire ai cinesi, col dovuto garbo, che l’Italia non è più interessata. Meloni, però sa benissimo che i mandarini capital-comunisti non la prenderanno bene e adotteranno misure poco amichevoli che potrebbero colpire settori dell’economia italiana eccessivamente sbilanciati verso la Cina. Meloni confida che gli amici americani capiscano e ci diano una mano a reggere i contraccolpi delle ritorsioni di Xi.
L’Italia ha bisogno degli Usa, ma anche Washington ha bisogno di avere in Europa un alleato che collabori su due scacchieri: supporti la tardiva strategia Usa di contenimento dello strapotere cinese e sia il punto di riferimento di una presenza euro-atlantica nel Mediterraneo che gli americani hanno trascurato troppo da quel tragico 2011.