mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Analisi Coldiretti al vertice Fao. 735 milioni di persone a rischio fame

Se il costo del cibo aumenta in tutto il mondo, altrettanto non si può dire delle paghe dei contadini che sono diminuite del 21%. Una situazione paradossale quella svelata dalla Coldiretti nel corso della seconda giornata del ‘Food Summit’ dell’Onu in corso nel Palazzo della Fao a Roma. Nello specifico, gli agricoltori hanno registrato un calo delle entrate soprattutto per quel che riguarda il latte e i cereali, rispettivamente del 22% e del 24%. Sono dati che vanno in controtendenza con il prezzo degli alimenti che hanno fatto registrare notevoli incrementi ovunque, dagli Stati Uniti (+6,7%) all’Europa (+13,8%). L’Italia non è stata di meno con un aumento del 10,7%. Il motivo va ricercato nell’inflazione che quindi ha ‘colpito’ ovunque. Ma lo studio ha evidenziato che a essere penalizzati sono stati i Paesi più poveri, come per esempio il Burundi, il Ghana e il Pakistan, dove i costi sono aumentati di circa il 50%. È evidente che una situazione del genere rischia davvero di mettere in ginocchio definitivamente quelle nazioni che già vivono situazioni di estrema difficoltà, dove mangiare diventa pressoché proibitivo.

Zone rurali maggiormente colpite

La conseguenza è logica e viene riportata nel rapporto ‘Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo’ curato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite: la fame nel mondo nel 2022 ha colpito 122 milioni persone in più rispetto al 2019, per un numero stimato tra 691 e 783 milioni, pari a una media di 735 milioni di persone. Secondo lo studio la povertà alimentare è in aumento soprattutto nelle zone rurali, proprio in quei luoghi che, per assurdo, producono cibo tramite l’allevamento e la coltura: in pratica i contadini, da dove nasce tutto, non hanno alimenti a sufficienza per il proprio sostentamento. Un vero e proprio paradosso causato dalle speculazioni sui prezzi e sulla terra stessa. Una singolarità cui la Fao vuole porre rimedio tramite il programma ‘World Farmers Markets Coalition’ (Coldiretti e Fondazione Campagna Amica sono le organizzazioni fondatrici per l’Italia): in pratica si vogliono sostenere i mercati contadini, di tutto il mondo, con l’obiettivo di creare reddito e occupazione per combattere la fame, tramite soprattutto la promozione del cibo locale.

Un progetto che interessa l’Italia

Un progetto che interessa parecchio il BelPaese, essendo il Paese dell’Unione europea con la più estesa rete organizzata di mercati contadini con 15.000 contadini coinvolti in circa 1.200 farmers market. E gli italiani, secondo sempre la Coldiretti, sono sempre più attratti (nell’ultimo anno sono stati qualcosa come 25 milioni) dall’acquisto di cibo sano, dalla possibilità di avere un contatto diretto con gli stessi agricoltori e dall’opportunità di trovare specialità difficilmente acquistabili nei grandi punti vendita. Inoltre secondo l’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) la vendita diretta dei prodotti all’interno dei mercati tagliano del 60% lo spreco alimentare rispetto al commercio tradizionale.

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