“Barbarie”. Giorgia Meloni non usa eufemismi per definire lo scempio e l’ennesimo oltraggio perpetrato da Putin. Sotto le macerie della cattedrale ortodossa di Odessa giace l’ignominia di un regime che conduce una guerra sporca contro civili, obiettivi non militari e depositi di grano indispensabili per sfamare milioni di persone.
Ci sono opinion leader e politici di prima fila che hanno il tweet facile e non perdono occasione per dire la loro su tutto e il contrario di tutto. Molti di questi si definiscono pacifisti ed esibiscono una sorta di superiorità morale verso chi sostiene l’Ucraina con tutti i mezzi necessari nella sua guerra di liberazione dall’occupazione russa. Ebbene invano abbiamo cercato uno straccio di dichiarazione di condanna da parte di questi sedicenti apostoli della pace sulle ultime operazioni barbariche della Russia. Nulla. Il silenzio più assordante, più irresponsabile e più complice che si possa immaginare. Tacciono.
Forse perché si vergognano di essersi schierati dalla parte del male che non dorme mai? Forse perché in cuor loro approvano questi crimini pensando che così si accelera la vittoria di Putin? Forse perché le loro menti obnubilate dalla propaganda sono ormai fuori controllo e incapaci di qualsiasi umana sensibilità ?
Chissà. Il risultato però è devastante. Il nostro Paese deve la sua democrazia e libertà ad una lotta di librazione contro un esercito invasore. Ma certi pacifisti lo hanno dimenticato. Fosse stato per loro, l’Italia avrebbe respinto gli americani che sbarcavano in Sicilia, Salerno e Anzio per aiutarci a liberarci dai nazisti e dalle loro stragi di civili.
Purtroppo questi opinion leader e politici hanno creato danni nelle coscienze dei cittadini con la stessa logica delle bombe a grappolo. Il loro silenzio sui crimini della Russia provoca devastazioni che si prolungano nel tempo e che sarà difficile disinnescare e sanare: chi tollera o approva il male anche tacendo infetta l’anima della convivenza civile.
Alcuni di questi pacifisti si definiscono pure difensori dell’orgoglio italiano. E ignorano che Odessa , vittime della barbarie di cui parla Meloni, è una città fondata da un mercenario napoletano di origini spagnole Josè de Ribas che nel 1794 trasformò in città un villaggio tataro che sorgeva su un lembo di terra che già nel 1220 i genovesi avevano scelto come avamposto navale e denominato Ginestra. Il napoletano chiamò questa città Odesso Tremila italiani si trasferirono lì portando anche tanta cultura. Proprio ad Odessa fu scritta e composta da Giovanni Capurro e Eduardo Di Capua la canzone più celebre d’Italia, O’ sole mio, ispirata da un’alba sul Mar Nero.
Certi pacifisti se lo ricordino. E quando la melodia, che tanto commuove i cuori i tutto il mondo arriverà alle loro orecchie, sappiano che loro non sono degni di ascoltarla.