Una ambizione italiana che punta alla eccellenza produttiva, alla riunione degli operatori uniti ad uno sforzo ambientale che avrà benefici su tutti. È stato firmato con queste “enormi potenzialità” al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida, il protocollo di intesa che ha dato avvio al primo cluster italiano del legno. Per Confartigianato era presente il vice Presidente Filippo Ribisi che ha sottoscritto l’atto costitutivo, In rappresentanza di Confartigianato, nel Comitato Direttivo del Cluster, è stato designato il Presidente della Federazione Legno Arredo Giovanni Battista Sarnico.
Il Dicastero di via XX Settembre centra il primo obiettivo della Strategia Nazionale Forestale e si pone all’avanguardia in Europa.
Ricerca, sinergia e ambiente “Oggi”, osserva il ministro Lollobrigida, “raggiungiamo un obiettivo che riteniamo fondamentale, quello di creare un cluster del legno in Italia che mette insieme le migliori energie del mondo della ricerca, della produzione, e che può garantire da una parte la sostenibilità ambientale, con la crescita di un sistema foresta sano, dall’altra una sostenibilità produttiva che renda interessante investire sul legno, insieme a tutti gli elementi della filiera e le imprese a questi collegati”
Potenzialità enormi
I risultati, secondo il Ministro Lollobrigida, pongono la nostra Nazione all’avanguardia sul piano europeo e mondiale in questo settore. “Il Masaf ha deciso di scrivere una strategia vincente”, sottolinea ancora il ministro dell’Agricoltura, “ossia quella di consentire all’Italia di avere una capacità autonoma di produzione di legno di qualità e valorizzare le potenzialità della Nazione. Vogliamo raggiungere l’obiettivo, lanciato dal Presidente Meloni al Salone del Mobile, di arrivare a una filiera del legno che abbia una vocazione anche di approvvigionamento più ampia a livello territoriale per ottenere anche la sovranità forestale”.
Filiera da 39 miliardi Le attività produttive legate alla selvicoltura e all’industria del legno e della carta valgono circa l’1% del Pil e il valore della produzione complessiva della macro-filiera del legno italiana si attesta sui 39 miliardi di euro, che, complessivamente, rappresenta circa il 4,5% del fatturato manifatturiero nazionale. Il tasso di utilizzazione delle risorse forestali italiane è basso (prelievo legnoso stimato al 24% dell’incremento di volume), e scarso è il valore merceologico del prodotto prelevato (prevalentemente legna da ardere): ciò rende il Paese fortemente dipendente dall’estero.
Capacità produttiva “La strategia vincente”, spiega ancora il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, “è quella di avere una capacità autonoma di produzione di qualità e valorizzare le nostre potenzialità, sviluppandole al massimo”. Nel dettaglio “stiamo parlando di captazione della CO2 in atmosfera”, fa presente Lollobrigida, “della manutenzione del territorio, che in alcune aree è maggiore rispetto ad altre, e della manutenzione dei fiumi per organizzare il deflusso dell’acqua in maniera ordinata. Dobbiamo ripensare la manutenzione dei fiumi per evitare un deflusso irregolare o degli argini che creano esondazioni”.
I protagonisti della “unione”
Quindici i soggetti che costituiscono il primo cluster Italia: Confartigianato, Federlegnoarredo, Cna, Confcooperative, LegaCoop, Associazione Generale Cooperative Italiane, Consorzio Legno Veneto, Cluster Arredo Legno FVG, FSC Italia, PEFC Italia Uncem Nazionale, Università della Basilicata, Università di Padova, Università della Tuscia e CNR.
Qualità e tracciabilità Tra gli scopi del Cluster, la promozione e il sostegno di iniziative rete tra mondo forestale e mondo della prima e seconda lavorazione del legno, il rafforzamento dei legami tra le imprese, le istituzioni territoriali e gli enti di ricerca, anche per sostenere il trasferimento tecnologico e mettere a sistema le realtà di aggregazione industriale e le reti già presenti in ambito locale, regionale e sovraregionale, creando sinergie nei processi di innovazione e di marketing. “Tra i compiti principali”, spiega una nota di Confartigianato, “anche quello di valorizzare il prodotto legnoso nazionale, basato su principi di certificazione di qualità, di sostenibilità e di tracciabilità.
Particolare attenzione viene posta alla ricerca e innovazione di settore portata avanti dalle Università italiane e dai centri di ricerca, affinché ogni innovazione possa trovare il giusto canale per poter arrivare alle filiere economiche e, viceversa, poter costruire insieme ai settori produttivi delle progettualità mirate e coerenti con le grandi sfide che il mondo forestale sta affrontando e affronterà nei prossimi anni”.