L’ufficio stampa del Ministro per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa Elisabetta Casellati ci ha inviato questa lettera
Gentile Direttore,
abbiamo letto non senza un certo stupore l’articolo “Regi decreti in soffitta ma non si semplifica senza le parti sociali” che Lei ha firmato sul suo giornale il 18 luglio scorso, commentando in chiave critica – a partire dal titolo – il lavoro che il Ministro Elisabetta Casellati sta portando avanti sulla semplificazione e sul riassetto del quadro normativo nazionale.
Stupore perché ci siamo chiesti come è possibile che, nell’articolo in questione, sia stato ignorato un dettaglio fondamentale: e cioè che il lavoro messo in campo in questi mesi dal ministro Casellati, sia sul fronte della semplificazione normativa che delle riforme istituzionali, è partito proprio dal coinvolgimento delle parti sociali.
All’inizio dell’anno, sul tema della semplificazione normativa, il ministro Casellati, per acquisire un quadro delle criticità percepite e delle possibili soluzioni, ha lanciato infatti una consultazione pubblica alla quale hanno partecipato ben 60 associazioni di categoria interessate. Non solo: nello stesso periodo il Ministro ha iniziato a sottoscrivere diversi Protocolli con le Regioni italiane – a partire da Veneto, Basilicata e Abruzzo – finalizzati a raccogliere sui territori le proposte di semplificazione per convogliarle nell’azione di riassetto del quadro normativo nazionale.
Da ultimo, e sempre nell’ottica di una collaborazione più ampia possibile, il Ministro Casellati ha coinvolto le rappresentanze delle parti sociali sottoscrivendo un apposito Accordo di collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) che punta a introdurre semplificazioni pensate soprattutto per le categorie produttive e per i lavoratori.
Come è evidente, non solo le parti sociali sono state ampiamente coinvolte nelle consultazioni per la semplificazione normativa ma anche nel giro d’ascolto sulla riforma costituzionale hanno potuto dire la loro, nel corso di appositi incontri convocati sempre dal Ministro Casellati nei suoi uffici di Palazzo Chigi. Tanto che alcuni commentatori, si sono spinti persino a parlare di “metodo Casellati” per definire la strategia di ascolto adottata in vista delle riforme in oggetto.
Per verificare tutto ciò sarebbe bastato documentarsi o chiedere ai diretti interessati. Ma siamo certi che in futuro ci sarà più attenzione.
Roma, 20 luglio 2023
Saluti cordiali
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Ringraziamo l’ufficio stampa del Ministero guidato dal Ministro Sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati per le precisazioni. Le attività svolte dal Ministro, che l’Ufficio stampa elenca, costituiscono una best practice che innova profondamente lo stile e la sostanza dei rapporti che devono intercorrere tra le istituzioni, cui compete prendere decisioni, e i soggetti sociali che vivono quotidianamente i problemi che quelle decisioni intendono risolvere.
Si deve dare atto al Ministro Casellati di aver impostato il suo lavoro, sia per le semplificazioni che per le riforme istituzionali, sul dialogo con le associazioni della società civile. Chi, come noi, conosce e stima da tempo il Ministro Casellati, non può che apprezzare il lavoro che sta svolgendo in un Ministero che ha oggi compiti delicatissimi e cruciali per far ripartire bene l’Italia.
Proprio per questo, il nostro articolo non aveva alcun intento polemico ma voleva solo aggiungere qualche suggerimento costruttivo al già notevole impegno di “ascolto” messo in campo dal Ministro. I tavoli tecnici da noi proposti vorrebbero essere un’ulteriore fase di questo dialogo e dovrebbero servire a scrivere insieme alle parti interessate i dettagli delle più complicate norme di semplificazione da sottoporre poi alle decisioni del Consiglio dei Ministri con la ragionevole certezza che i nuovi testi possano funzionare bene. Diaboli virtus in lumbis est.
Per il resto, dobbiamo solo augurarci che il “metodo Casellati”. sia adottato anche da altri Ministeri Ne trarrebbero grande vantaggio la qualità delle decisioni e la vitalità di una democrazia partecipativa e non conflittuale.