La quarta missione del Presidente del Consiglio in Tunisia potrebbe segnare un passaggio importante .E non solo per il memorandum d’intesa che dovrebbe segnare un accordo stabile con il presidente tunisino Saied per i rimpatri. Ma anche perchè, se l’accordo funzionasse, verrebbe affermato nei fatti il principio che per contrastare l’immigrazione clandestina l’Europa deve fare ogni sforzo possibile per raggiugere accordi con i Paesi di partenza e non litigare per redistribuire tra i 27 i migranti che hanno già messo piede sul suolo europeo. In questo senso la Presidente della Commissione Von der Leyen ha chiesto ai 27 Paesi membri altri 15 miliardi in più da qui al 2027 per finanziare accordi come quello che si spera di concludere con la Tunisia.
Saied si è sempre irrigidito sul rifiuto di ospitare migranti di altri Paesi sul proprio territorio ma sa bene che gli aiuti dell’Europa( 150 milioni subito più altri 900 in seguito) sono per lui indispensabili per fronteggiare una disastrosa crisi economica e sociale. Meloni si è impegnata in prima persona per far ottenere a Saied il prestito che il Fondo Monetario Internazionale condiziona a maggiori garanzie di libertà e democrazia che per la verità non si vedono all’orizzonte.
Meloni, Von der Leyen e Rutte insisteranno affinchè la Tunisia si riprenda i migranti che sono partiti dalle sue coste e che queste persone vengano trattate in modo umano e non con le violenze che alcune inchieste giornalistiche hanno documentato in particolare contro migranti subsahariani.
La missione di Meloni è molto delicata. Un suo fallimento potrebbe avere un effetto devastante e non solo per l’Italia. Per questo l’incontro di oggi è stato preparato con cura e senza divulgarne dettagli. Ne va anche del Piano Mattei che a settembre il Governo dovrebbe varare e che partirebbe male se i rapporti co la Tunisia non fossero di ampia e seria collaborazione