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Nato porte aperte a Kiev

L'Ucraina preme per avere tempi certi per il suo ingresso nell'Alleanza. Meloni-Erdogan: attenti al fronte Sud
mercoledì, 12 Luglio 2023
1 minuto di lettura

Quando prima o poi la Russia dovrà sedersi al tavolo della pace, l’ingresso di Kiev nella Nato sarà sicuramente la carta più forte che l’Occidente potrà e dovrà giocare per far ottenere all’Ucraina tutto ciò che le spetta.

La Nato gode di ottima salute. Ha 31 membri, con la Svezia a breve diventeranno 32. L’Ucraina chiede di essere il numero 33. Zelensky usa toni duri per ottenere una road map precisa, con date certe. Oggi Biden gli spiegherà perché dovrà ancora avere un po’ di pazienza.

Una cosa è sicura: nella storia dell’Alleanza non si è mai visto un sostegno così forte, corale e prolungato ad un Paese che non fa parte della Nato. Un atto dovuto di fronte alla brutale aggressione russa. Ma anche un modo per rimediare allo storico e drammatico errore compiuto dai grandi Paesi europei nel vertice Nato nell’aprile del 2008 a Bucarest quando si opposero alla proposta del presidente Bush -sostenuta dai Paesi ex sovietici – di far entrare la Georgia e l’Ucraina. Germania, Francia e Italia temevano una reazione della Russia. Kiev e Tbilisi rimasero fuori e Putin ne approfittò subito. Occupò l’Abkhazia e l’Ossezia del sud scatenando una sanguinosa guerra civile in Georgia. Vista l’inesistente reazione internazionale, Putin nel 2014 occupò la Crimea e continuando a non vedere alcuna seria risposta alla sua pirateria, nel 2022 ha invaso l’Ucraina. La storia non si fa con i se. Ma… se Ucraina e Georgia fossero stati membri della Nato Putin avrebbe avuto il coraggio di sfidare l’intera Alleanza atlantica per le sue mire espansionistiche? Molto probabilmente no. Ma tant’è. Il guaio è stato fatto. Ora però non si possono commettere altri errori. Ovvio che oggi l’Ucraina non può entrare nella Nato perchè lo Statuto dell’Alleanza vieta l’ingresso di Paesi belligeranti. Ma sarebbe sbagliato – ancora una volta – dar l’idea che la Nato abbia paura della Russia e di Putin in particolare. I Paesi con mire imperialistiche capiscono una sola logica, quella della deterrenza concreta. La Nato deve far capire a Mosca che l’Ucraina è parte integrante di un progetto di deterrenza dell’Alleanza contro chiunque voglia destabilizzare l’Europa e la pace mondiale. Oggi l’obiettivo è aiutare Kiev nella guerra di liberazione dall’aggressione. Domani l’obiettivo è fare dell’Ucraina un luogo sicuro, un bastione della libertà e della democrazia che nessuno deve osare minacciare. Come ottenere questo risultato? Ci vuole saggezza. Quando prima o poi la Russia dovrà sedersi al tavolo della pace l’ingresso di Kiev nella Nato sarà sicuramente la carta più forte che l’Occidente potrà e dovrà giocare per far ottenere all’Ucraina tutto ciò che le spetta.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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