Il BelPaese gode di uno stato di salute accettabile considerando il fatto che è reduce dalla pandemia. Non mancano comunque le problematiche. Partiamo dai segnali positivi che sono attesi nel prossimo biennio dal lato del mercato del lavoro: l’occupazione mostrerà una crescita in linea con quella del Pil, con un aumento in termini di Ula (unità di misura che rappresenta il numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno nell’impresa) pari rispettivamente a +1,2 per cento nel 2023 e +1 per cento nel 2024. Al miglioramento dell’occupazione si dovrebbe associarsi una riduzione del tasso di disoccupazione.
Problemi giovanili
Preoccupa la difficoltà dei giovani tra problemi di studio e lavorativi. In pratica quasi un quinto di questa categoria tra i 15 e i 29 anni non frequenta le scuole, non svolge alcuna attività e non è inserito in percorsi di formazione. Il tasso italiano di Neet (Not engaged in education, employment or training) è di oltre 7 punti percentuali superiore a quello medio europeo e, nell’Unione europea, secondo solo alla Romania. Il fenomeno interessa in misura maggiore le ragazze (20,5 per cento) e, soprattutto, i residenti nelle regioni del Mezzogiorno (27,9 per cento) e gli stranieri, che presentano un tasso (28,8 per cento) superiore a quello degli italiani di quasi 11 punti percentuali.
Culle vuote
Preoccupa, e non poco, la presenza sempre minore di neonati: nei primi quattro mesi di quest’anno le nascite (118mila) sono state l’1,1% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022 e il 10,7% in meno rispetto all’analogo periodo del 2019. Il 2022 si era già contraddistinto per un nuovo record del minimo di nascite (393mila, per la prima volta dall’Unità d’Italia sotto le 400mila) e per l’elevato numero di decessi (713mila). Nonostante ciò, il numero stimato di ultracentenari raggiunge il suo più alto livello storico, sfiorando, al 1° gennaio 2023, la soglia delle 22 mila unità, oltre duemila in più rispetto all’anno precedente. Si tratta in grande maggioranza di donne, con percentuali superiori all’80 per cento dal 2000 a oggi. Nel 2041 la popolazione ultraottantenne supererà i 6 milioni; quella degli ultranovantenni arriverà addirittura a 1,4 milioni.
Dal lato economico, secondo l’Istituto di statistica nonostante “l’attenuarsi della fase più critica della crisi energetica, nel primo trimestre 2023, l’andamento dell’inflazione condizionerà l’evoluzione dei consumi e dei salari reali nel prossimo futuro”.
Dal punto di vista delle presenze in Italia, al 31 dicembre 2022 la popolazione residente ammonta a 58.850.717 unità (-179.416 rispetto all’inizio dello stesso anno, -3,0 per mille). L’incidenza degli stranieri residenti sulla popolazione totale è dell’8,6%, sostanzialmente in linea con l’anno precedente.