Su TikTok tutti vogliono libri e di per sé non è un male. I video con l’hashtag #BookTok hanno fatto piú di 91 miliardi di visualizzazioni. Così è cominciata a girare voce che ByteDance, societá madre di TikTok, voglia diventare editore.
Avranno infatti notato che le “recensioni” brevi fanno presa. Emozioni immediate e senza filtri, nello stile della piattaforma cinese. E poi la capacitá di scala è importante. Per non parlare della mole di dati a disposizione. Insomma, ci sarebbero le condizioni per fare concorrenza ad Amazon, nel nuovo capitolo della saga America contro Cina.
Il nuovo progetto, denominato 8th Note Press, consisterebbe secondo TechCrunch in un’app per leggere, scaricare e discutere e-book di narrativa in una comunità online. Servizi di libreria al dettaglio. La possibilitá di ordinare libri in formato audio, stampato e digitale (o di pubblicare e-book, audiolibri e libri fisici). Oltre a fornire libri di narrativa e saggistica online, non scaricabili. Le chiavi sono state messe in mano a Katherine Pelz, editrice americana esperta di romanzi rosa, con il compito di scovare i prossimi talenti del genere. Gli editori sono entrati in subbuglio. Funzionerá?
A prima vista, un genere letterario veloce e senza troppi fronzoli come quello dei romanzi rosa rappresenta un bel flirt per una piattaforma che fa dell’immediatezza uno dei suoi tratti caratteristici. Una nota positiva anche per le nuove generazioni, che avranno maggiori possibilitá di socializzare con il prodotto libro.
Detto questo però, varebbe la pena fare alcune considerazioni. La prima riguarda il mercato, anzi i mercati, ognuno diverso dall’altro. Solo negli Stati Uniti, per esempio, il 70% dei lettori preferisce ancora avere un libro vero e proprio tra le mani.
E se devi pubblicare e distribuire libri cartacei allora non solo devi avere una infrastruttura logistica degna di questo nome, ma anche comprendere nel profondo le dinamiche di un’industria che vive dei suoi rituali, come ha spiegato bene su Domani Beppe Cottafavi di Mondadori Libri: “L’editoria (…) è un lavoro basato sulle relazioni. Fatte di pranzi e di cene. Di litigi, tradimenti e riappacificazioni. Come in amore. Con gli scrittori. Gli agenti. I distributori. I librai. Anche quelli di Amazon. Perché costruire un’infrastruttura editoriale che funzioni è difficile”.
E poi non possiamo dimenticare che se c’è una cosa in cui i social sono riusciti benissimo è stata la passivizzazione del consumo. Tradotto: scrollo in stato di trance. Per cui passare dall’ipnosi indotta a leggere un saggio storico o di economia beh, è una bella sfida.