lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

Confesercenti: scende l’inflazione, ma consumi e crescita frenano. Rischi dai rialzi Bce

Scende l’inflazione ma la crescita  così come i consumi sono in frenata. “L’inflazione abbassa la testa a giugno”,  evidenzia la Confesercenti, “il dato anticipatore sui prezzi registrato da Istat è una buona notizia perché indica non solo uno stop rispetto a maggio – quando invece ancora si registrava un aumento dello 0,3% – ma soprattutto un’ulteriore discesa rispetto allo scorso anno. Ma preoccupa”, annota la Confederazione, “il fatto che la decelerazione possa essere generata da una contrazione dei consumi”.

Risparmi erosi dall’inflazione

Per la Confesercenti il dato più negativo è l’erosione del risparmio disponibile delle famiglie, che “stanno ancora attingendo, dove possibile, alle riserve per mantenere i propri livelli di consumi”, osserva la Confederazione, “ma che potrebbero aver deciso di effettuare ulteriori selezioni, visto che già le spese obbligate guidate dai prezzi degli energetici e, ad esempio, il pagamento di interessi crescenti sui mutui hanno spostato e continuano a drenare risorse verso voci incomprimibili”.

Bene gli aiuti sulle bollette

In questo scenario, commenta la Confesercenti “va certamente nella giusta direzione la proroga a settembre degli aiuti in bolletta per le famiglie e le imprese deciso dal Governo, poiché l’urgenza è quella di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e dunque i consumi”, calcola la Confederazione, “Da gennaio ad oggi, infatti, il tasso d’inflazione è passato dal 10 al 6,4%: ciononostante, rileviamo che la decelerazione procede ad un ritmo lento e sostanzialmente, per ora, la previsione di un 5,7% per l’anno non è scalfita, così come la prospettiva che ci vogliano almeno altri 2 anni per riposizionare la dinamica dei prezzi intorno al 2%”.

Bce, aumenti destabilizzanti

“Il quadro di alta inflazione”, osserva infine la Confesercenti, “condiziona fortemente anche le imprese e la politica monetaria di continui aumenti dei tassi di interesse della Bce sta avendo conseguenze pesanti su credito, investimenti, consumi e dunque sull’economia reale senza agire efficacemente sui prezzi: di questo passo, non solo si frena la crescita ma si rischiano pesanti conseguenze per il tessuto economico del Paese”.

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