lunedì, 23 Dicembre, 2024
Esteri

“No al Mes adesso. Questione di metodo. Negoziato sulla governance europea”

Gentiloni: discutere non esclude la ratifica

Da oggi la due giorni a Bruxelles del Consiglio europeo non sarà una passeggiata per Giorgia Meloni. I temi annunciati ieri in Parlamento sono per l’Italia tutti strategici, mentre non è scontato, tranne che per il sostegno sull’Ucraina, che l’Italia raggiunga una intesa su migranti, sicurezza, difesa e soprattutto sul Meccanismo europeo di stabilità. Il premier sul punto mostra determinazione e considera il Mes un tema secondario – e da non ratificare – prima che si ridiscuta una politica economica europea. “Non è il momento di ratificare il Mes, mi assumerò le mie responsabilità”, insiste il premier.

Mes tra applausi e contestazioni

La linea del “no” alla ratifica a breve del  Meccanismo europeo di stabilità è ribadita con durezza a Montecitorio.

“Non reputo utile all’Italia alimentare una polemica interna sul Mes. L’interesse dell’Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale”. Parole che appassionano gli animi dei deputati di Fdi presenti in Aula che tributano alla leader del partito scrosci di applausi. Cauti e in silenzio gli esponenti della Lega, mentre dai banchi del Partito democratico si levano cori e “buuu”.

Fondo sovrano europeo

Restando sul tema economia e sostegni Ue, per il presidente del Consiglio l’obiettivo è avviare un negoziato europeo anche alla luce dei profondi cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno.

“La Commissione europea ha presentato il 20 giugno una piattaforma, Step, per semplificare le procedure”, spiega Giorgia Meloni in merito dello stanziamento di fondi Ue che “concede flessibilità per i settori strategici: era una richiesta che l’Italia aveva avanzato”. “La proposta”, evidenzia il premier, “è un importante punto di partenza per il negoziato al quale l’Italia intende contribuire, questo strumento è un primo passo per arrivare a un fondo europeo per la sovranità”.

No al Mes, i dubbi di Gentiloni

Le dichiarazioni di Giorgia Meloni suscitano la replica del Commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni che sottolinea dubbioso. “È legittimo discutere su quale può essere la funzione del Meccanismo Europeo di Stabilità nei prossimi anni”, ma ricorda il Commissario all’economia, “con la riforma già decisa abbiamo già un’ulteriore utilizzo, che è quello di fornire un paracadute aggiuntivo in caso di crisi bancaria e quindi penso che discutere di possibili evoluzioni future non escluda l’importanza di ratificare quello che c’è”.

Migranti, sfida europea

Sui migranti la strategia del Governo resta ferrea ma a Bruxelles serviranno intese altrettanto determinante. “L’immigrazione irregolare di massa non ha nulla di umano”, spiega Meloni ai parlamentari, “centrale sarà il tema delle migrazioni, sul punto mi unisco al cordoglio per la recente tragedia al largo delle coste greche. L’impegno in ogni sede a stroncare il tragico traffico delle vite”.

“È stato riconosciuto finalmente che la migrazione”, ricorda il presidente del Consiglio, “è una sfida europea e richiede risposte europee e si fa sempre più strada l’approccio che mira a superare la contrapposizione tra movimenti primari e secondari, Paesi di primo arrivo e di destinazione”.

“Si comincia a comprendere”, fa presente il premier, “che se si vuole affrontare alla radice il problema della migrazione ci si deve porre il tema dello sviluppo dell’Africa. Una vasta regione che possiede risorse, a partire da quelle energetiche, cruciali per l’Europa, che tuttavia dovrebbero andare prima di tutto a beneficio dei popoli che ne sono detentori”. “L’obiettivo”, rimarca il premier, “è garantire prosperità, pace e amicizia durature con un modello di cooperazione che deve essere paritario, non predatorio”. Poi un lungo applauso della maggioranza nell’Aula quando il presidente del Consiglio ricorda  di non aver accettato di essere “pagata per trasformare l’Italia nel più grande campo profughi d’Europa”.

L’impegno per la Tunisia

Meloni evidenzia un passaggio delle comunicazioni su come il governo stia prestando attenzione alla situazione in Tunisia. “L’Italia sta cercando di evitare che la Tunisia vada in default. Il governo cerca di fare questo per i cittadini della Tunisia”, evidenzia Meloni, secondo cui si tenta di “avere un approccio diverso con i Paesi africani. Un approccio di cooperazione serio”. “Questo è quello che vogliamo fare”, dice la il premier. “La dichiarazione siglata a Tunisi e il lavoro che prosegue in queste ore per un pacchetto di aiuti destinati a Tunisi, è importante, ne sono molto grata”, dice il presidente del Consiglio “L’Europa riconosce che la stabilità dei Paesi del Nord Africa è un problema anche del nostro continente”.

“Dobbiamo gestire l’immigrazione. Le regole di Dublino non sono solo superate ma rischiose perché contribuiscono alle tragedie cui assistiamo nel Mediterraneo”, osserva ancora Meloni. “Stiamo lavorando a risultati strutturali e duraturi: questo è l’impegno che ci siamo assunti e questo è quello che faremo”. L’Italia ha presentato insieme ai partner Med9 un documento di posizione per rafforzare il partenariato nei settori energia, immigrazione e transizione verde. “Ribadirò l’importanza di rilanciare il ruolo dell’Africa” nei consessi internazionali, “come il G20”, annuncia Meloni, “è necessario aggiungere una nuova autorevole voce nei consessi globali”.

Aiuti e sostegni all’Ucraina

Il Consiglio europeo ha in agenda l’aggressione della Russia all’Ucraina, ed ha adottato 11 pacchetti di sanzioni e misure restrittive (l’ultimo è stato approvato il 23 giugno). “Tratteremo ancora una volta dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina”, annuncia Giorgia Meloni, “L’Italia ha seguito con grande attenzione gli sviluppi della crisi interna alla Federazione Russa”, commenta il premier,
“l’Ue confermerà il convinto sostegno al popolo ucraino.

La chiara posizione del governo italiano è riconosciuta e apprezzata e dai nostri partner e rafforza il peso della nostra nazione”, ribadisce Meloni, “sosteniamo pienamente gli incessanti sforzi e l’azione diplomatica del direttore generale dell’Aiea Grossi: dopo l’esplosione della diga di Kakhovka siamo preoccupati che la centrale di Zaporizhzhia possa essere usata come strumento di guerra. È dovere”, scandisce il premier, “di tutta la comunità internazionale vigilare perché una simile catastrofe non avvenga”.

Smontare la narrazione di Putin

Giorgia Meloni nel suo intervento sull’Ucraina si sofferma anche su quanto accaduto negli ultimi giorni, con il tentato golpe del capo dei mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin. “L’Ue confermerà il convinto sostegno al popolo ucraino. La chiara posizione del Governo italiano è riconosciuta e apprezzata e dai nostri partner e rafforza il peso della nostra nazione. Difendere l’Ucraina significa difendere l’interesse nazionale italiano”, ribadisce il premier, “tratteremo ancora una volta dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina. L’Italia ha seguito con grande attenzione gli sviluppi della crisi interna alla Federazione Russa. Mi limito a notare”, osserva, “come questo episodio ha contribuito a far emergere le difficoltà della sistema di potere di Putin e a smontare la narrazione russa secondo cui in Ucraina sta andando tutto secondo i piani”.

Tassi, Bce “semplicistica”

Il dossier inflazione è un altro tema che innescherà divisioni. Giorgia Meloni senza mezzi termini contesta la scelta della Banca centrale europea di un nuovo rialzo di tassi per luglio.

“L’inflazione è tornata a colpire l’economia”, calcola il premier, “è un’odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma”, attacca Meloni, “la semplicistica ricetta dell’aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta. L’aumento dei prezzi non è figlio di un’economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l’aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia”. Io difendo l’indipendenza della Bce e difendo il mio diritto a valutare le decisioni prese, è il ruolo della politica”, commenta il premier. “Il ruolo della politica non è dire sì acriticamente su tutto ma offrire il proprio punto di vista”, aggiunge Meloni, “È la mia responsabilità venire in Aula e spiegare la posizione tenuta dall’Italia nelle sedi competenti”.

Sicurezza, il vertice Nato

Una attenzione particolare sarà data alla sicurezza. Tra breve si terrà il vertice Nato e a Bruxelles si avvia un confronto che appare, unitario.
“Non è mutata la fase che l’Europa, l’Occidente e il sistema internazionale stanno vivendo, la sicurezza”, spiega Giorgia Meloni, “in tutti gli ambiti, sociale ed economico, rimane la priorità del nostro lavoro quotidiano. La difesa della sicurezza e della libertà non può prescindere dal partenariato strategico fra Ue e Nato. In vista del vertice Nato a Vilnius, domani prima dell’avvio dei lavori del Consiglio è previsto un incontro di lavoro con il segretario generale della Nato Stoltenberg”.

Cina, partner e concorrente

Il tema sicurezza sarà declinato in più contesti, non solo quello militare ma anche economico. Oggi a Bruxelles si parlerà di difesa, con specifico riguardo alle misure per rafforzare l’industria europea della difesa. Anche al fine di assicurare il mantenimento del sostegno all’Ucraina, allo strumento europeo della pace, alle minacce ibride e alla cooperazione Ue-Nato. Mentre l’aspetto economico-commerciale riguarda in particolare la Cina.

“Sulla Cina il Consiglio europeo”, auspica il presidente del consiglio Consiglio, “dovrebbe svolgere una discussione strategica senza adottare conclusioni”. Dovrebbe essere ribadito, secondo il premier “l’approccio strategico multiforme dell’Ue”, nei confronti di Pechino, in base al quale la Cina è contemporaneamente un partner, un concorrente e un rivale sistemico. Sebbene abbiano sistemi politici ed economici differenti, l’Unione europea e il gigante asiatico “condividono l’interesse a perseguire relazioni costruttive e stabili, fondate sul rispetto dell’ordine internazionale basato su regole, su un dialogo equilibrato e sulla reciprocità”.

Pd: Meloni “gabbia ideologica”

Alle comunicazioni della premier sono seguite le repliche dei partiti. Il Pd sfiderà critiche e ironie. “Presidente Meloni, lasci in pace i gufi, volatile notturno che non conviene importunare soprattutto dai banchi del governo”, commenta Giuseppe Provenzano del Pd, “Siamo preoccupati dalla gabbia ideologica in cui è imprigionata”. “Sull’Ucraina, dica al suo amico Orban quale è la parte giusta in cui stare”,  commenta il parlamentare Pd, “la pace è il primo interesse degli ucraini ma anche dell’Europa”.

Da Bruxelles invece interviene la segretaria del Pd Elly Schlein. “Sul Mes Meloni mette in imbarazzo l’Italia, Tenere bloccati venti Paesi per ragioni ideologiche e per non dire la verità alle italiane e agli italiani, e cioè che ratificare il Mes non vuol dire chiedere l’attivazione vuol dire essere un governo irresponsabile. E Meloni”, conclude Schlein, “ci sta mettendo in imbarazzo anche rispetto agli altri interlocutori internazionali”.

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