Meno carte e burocrazia più interventi chiari sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La richiesta non arriva dai sindacati ma dai vertici dellaConfcommercio.
“Occorre una revisione strutturale della normativa prevenzionale che miri a garantire l’effettività delle tutele piuttosto che il mero rispetto formale degli adempimenti burocratici”, spiega Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio con delega al lavoro e alla bilateralità, in occasione dell’incontro che si è svolto il 22 giugno scorso al Ministero del Lavoro su salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
La burocrazia non tutela L’obiettivo per la Confederazione è ridurre la parte burocratica per concentrare l’impegno sulle questioni pratiche. “Dobbiamo rimettere al centro delle politiche sulla sicurezza il
lavoratore e l’impresa, piuttosto che carte e burocrazia”, chiede la dirigente della Confcommercio. L’idea è quella di diversificare percorsi burocratici che devono seguire il grado di pericolosità delle mansioni
di lavoro.
“Ci aspettiamo”, spiega Donatella Prampolini, “che si dia seguito alle previsioni di legge e vengano individuati i settori di attività a basso rischio infortunistico per i quali si dovranno introdurre misure strutturali di semplificazione amministrativa, ovviamente avendo ad esclusivo riferimento quegli obblighi burocratici e documentali che non incidono sui livelli di tutela di ogni singolo lavoratore”.
Servono regole non punizioni
Per la vicepresidente di Confcommercio con delega al lavoro le questioni da affrontare sono formazione e informazione in modo da avere un quadro di relazioni e di controlli che siano stringenti.
“Occorre quindi intervenire sulla formazione e l’informazione”, osserva Prambolini, “sulle prestazioni lavorative di breve durata, serve eliminare le procedure burocratiche legate alla consultazione dei lavoratori per le imprese con un numero minimo dei dipendenti, serve, ancora, il coordinamento e la riorganizzazione dei controlli. Vanno inoltre unificati, e focalizzati soprattutto su attività di prevenzione, i vari enti che, a diverso titolo, si occupano di sicurezza sul lavoro. Centrale, in questa prospettiva, sarà anche la revisione dell’apparato sanzionatorio che è, ancora oggi, inutilmente punitivo e, soprattutto, non collegato ad una chiara finalità preventiva”, puntualizza il vicepresidente confederale.
Nuovo accordo Stato-Regioni
Secondo Donatella Prampolini, infine, è poi “imprescindibile”, rivedere gli accordi Stato-Regioni, “sulla formazione dei vari soggetti responsabili della sicurezza, garantendo alle Associazioni datoriali e
sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale il ruolo di soggetti formatori di natura “Istituzionale” e mirando ad accrescere il livello qualitativo della formazione erogata”, conclude la dirigente di Confcommercio, “piuttosto che incrementare la durata dei percorsi formativi”.