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Il MEF salva il MES, il M5S non disapprova. Pd, Iv e Azione esultano. Meloni corre ai ripari

giovedì, 22 Giugno 2023
1 minuto di lettura

Dei tanti incidenti di percorso della maggioranza questo è il più clamoroso. Non dipende da distrazioni o assenze dei parlamentari ma da un parere espresso dal Capo di Gabinetto del Ministero guidato dal leghista Giorgetti e sembra sconfessare la linea finora seguita dal Governo sulla ratifica della riforma di quello che fu il Fondo salva stati.

La nota del Mef spiega che l’Italia -unico Paese che ancora non ha dato il via libera- non corre alcun rischio se dice sì al Mes riformato. Non ci saranno oneri maggiori per la finanza pubblica. Anzi, è possibile che nella misura in cui il nuovo Mes venga percepito come un segnale di rafforzamento della coesione europea, ci possa essere una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia. “Rispetto alla prospettiva degli altri Stati membri azionisti del Mes l’attivazione del supporto rappresenterebbe, direttamente, una fonte di remunerazione del capitale versato e, indirettamente, un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati”

Insomma l’Italia potrebbe trarre giovamento dalla ratifica del Mes.

La notizia ha fatto esplodere di gioia le opposizioni. Da sempre Pd, Italia Via e Azione sono schierati per il si. Il M5S che sul Mes ha sempre espresso un no pregiudiziale, invece di essere preoccupato per la nota del Ministero di via XX Settembre sembra esultare perché la vicenda mette in difficoltà il Governo.

I dietrologi vedono in questo incidente il sintomo di un terremoto che potrebbe dipendere dalle incertezze dopo la morte di Berlusconi e da alcuni mal di pancia tra Lega e Fratelli d’Italia. Vedremo presto. Intanto Meloni dovrà trovare subito una via d’uscita da questa inedita situazione. I tempi stringono. La decisione va presa entro fine mese. Di sicuro l’Europa non sarebbe contenta di un no italiano al Mes che impedirebbe il ricorso di chi ne ha bisogno ad uno strumento che potrebbe essere utile in una fase di difficoltà per alcune banche.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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