TORINO (ITALPRESS) – Il recupero dell'economia piemontese, secondo Banca d'Italia, dopo la pandemia è proseguito anche nel 2022 con crescita del 3,7% in linea con i dati nazionali. Redditività e liquidità delle imprese sono cresciute, mentre il margine lordo della manifattura è sceso al 6,8% a causa del forte aumento dei costi legato all'aumento dei prezzi dell'energia. Lo shock energetico, non ha però aumentato le difficoltà finanziarie delle imprese, che hanno riguardato solo il 2,3% delle aziende, mentre il tasso di deterioramento dei prestiti è ancora sceso. Il Pnrr ha avuto un ruolo attivo in queste dinamiche, con 7,8 miliardi di risorse gia assegnate agli attuatori pubblici, dato a maggio 2023, con gare avviate a fine 2022 pari al 30% del totale, con un effetto positivo sul settore costruzioni. Anche nel 2022 l'occupazione è cresciuta dell'1%, a fronte di un'offerta in crescita del 2,7%, dinamica proseguita nei primi 4 mesi del 2023 con 14mila nuovi assunti, per lo più a tempo indeterminato. Il reddito nominale è salito del 4,5%, ma tenendo conto dell'inflazione è invece calato dell'1,5%. Un dato che peggiora per le famiglie meno abbienti, dove i costi fissi hanno un impatto maggiore, rispetto ai più abbienti. Ora, il nuovo rischio per le famiglie è l'aumento dei tassi dei mutui, con un impatto sui redditi, pari a 117 euro in più al mese nel 2023 se i tassi saliranno di tre punti nel corso di quest'anno. Nell'analisi Banca d'Italia, poi si guarda alla frenata di Torino tra 2000 e 2019, dove il Pil è calato dello 0,7%, rispetto al +17,3% delle altre aree metropolitane del Nord, con calo del Pil procapite calato del 3,4% contro il -1,7% del resto del Piemonte e il +9,2% delle altre città del Nord. – Foto xb2/Italpress – (ITALPRESS). xb2/col4/red 21-Giu-23 12:19