Brutte notizie per quanto riguarda i pagamenti relativi alla polizza Rc auto, in aumento in questo 2023, sempre a causa di inflazione e tassi di interesse in salita. Nel primo trimestre di quest’anno il prezzo medio pagato per l’assicurazione Rc auto è stato di 368 euro, con un aumento del 4% su base annua.
Dati, questi, comunicati oggi da Luigi Federico Signorini, il presidente dell’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni) nella relazione sull’attività svolta dall’ente. La quota media di sconto in rapporto alla tariffa è notevole, ma varia a seconda dell’area geografica di residenza dell’assicurato: il minimo si raggiunge nel Nord (30,9) e il massimo nel Sud (40,3), dove le tariffe di base sono in media più alte. Inutile dire che questo nuovo balzo in avanti delle assicurazioni Rc auto hanno fatto sobbalzare Assoutenti, che tramite una nota ha in pratica denunciato quelle compagnie che “sfruttano l’emergenza inflazione che da mesi si registra in Italia per ritoccare le tariffe al pubblico”. Anzi, secondo il presidente Furio Truzzi i rincari saranno anche più consistenti rispetto a quelli emersi dallo studio Ivass, e raggiungeranno il +8,7%. Anche il Codacons si è espresso contro i rincari della Rc auto, parlando di “incrementi del tutto ingiustificati”.
Assicurazioni meno solvibili
Sempre secondo l’Ivass, l’aumento dei tassi da parte della Banca centrale europea (quattro punti in più rispetto a luglio 2022) e quella dei prezzi con l’inflazione hanno avuto impatti di rilevo su tutte compagnie assicurative italiane attraverso, rispettivamente, la riduzione del valore di mercato delle attività e passività finanziarie e l’aumento dei costi dei sinistri. Parlando di numeri, alla fine del 2022 l’indice di solvibilità medio delle compagnie assicurative era al 246%, elevato e in linea con la media europea, ma circa 5 punti in meno rispetto al 2021. “Una diminuzione – spiega Signorini – dovuta al ramo ‘Vita’, sul quale ha pesato un significativo aumento del requisito connesso al rischio di estinzione anticipata dei contratti”.
La perdita del reparto ‘Vita’
Andando nello specifico, per la prima volta da dieci anni a questa parte nel settore assicurativo il comparto ‘Vita’ ha chiuso in perdita, passando da un utile di 4,3 miliardi a una perdita di 0,4. Per i rami ‘Danni’, invece l’utile è stato di 2,7 miliardi, fondamentalmente immutato rispetto al 2021, anche se, per la prima volta dal 2011, l’assicurazione auto ha contrassegnato una lieve perdita per l’effetto dell’inflazione sul costo dei sinistri e a causa di una raccolta in diminuzione.